Viaggio letterario nei luoghi di Pasolini

A cinquant'anni dalla tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta, regista e uno dei massimi intellettuali del Novecento, ripercorriamo alcuni dei luoghi più significativi della sua storia umana e letteraria, partendo proprio dall'Idroscalo di Ostia, dove venne assassinato il 2 novembre 1975.
Nel quartiere romano sul mare, all'interno dell'oasi naturale protetta Lipu, è nato un parco letterario intitolato a Pasolini che celebra la tragica fine dell'artista con un monumento realizzato dallo scultore Mario Rosati. Ogni anno il 22 ottobre, giornata dei Parchi letterari, letture e passeggiate ricordano il grande scrittore e intellettuale. Oltre al parco di Ostia, Roma regala tanti percorsi letterari, soprattutto tra le periferie che lo ispirarono. Pasolini arrivò nella Capitale nel 1950, dopo l'infanzia e la prima giovinezza trascorse tra Bologna, città dove nacque nel 1922, e il Friuli. L'arrivo nella Città Eterna rappresentò un cambiamento radicale nella sua esistenza: qui scoprì i quartieri più poveri e degradati e la ferocia di un certo modello di società; frequentò scrittori e intellettuali - da Attilio Bertolucci ad Alberto Moravia, da Elsa Morante a Dacia Maraini - e allacciò rapporti determinanti per la sua vita affettiva nelle borgate di questa 'stupenda e misera città', dove si muovevano i suoi 'ragazzi di vita' e dove, tra la gente più umile, scelse i suoi attori con volti dai lineamenti duri e segnati dalla fatica quotidiana.
Per scoprire i luoghi pasoliniani, Roma ha creato dei percorsi con visite guidate, accompagnate dalla lettura di brani e memorie. Il tour esplora i luoghi simbolo della sua esperienza romana come scrittore e intellettuale, da Campo de' Fiori all'Eur, dalla via Appia fino a Villa Borghese, lungo il Tevere e nelle strade del Pigneto, dove girò il film 'Accattone'. Poi Rebibbia, Ponte Mammolo, Pietralata, Testaccio, il Cimitero Acattolico con la tomba di Antonio Gramsci. E, ancora, il Quadraro, dove girò scene di 'Mamma Roma', il Parco dell'Appia Antica e il litorale di Ostia. La visita guidata arriva anche tra i luoghi a lui più cari, come i bar e i ristoranti frequentati con gli amici di sempre. Il tour prosegue là dove è stata omaggiata la sua memoria con opere di street art, sculture e installazioni, da via Fanfulla da Lodi fino al Teatro India e alla 'Cappella Sistina' di Tor Pignattara con 'Hostia' di Nicola Verlato. Tre i luoghi dove visse: inizialmente nella zona di Ponte Mammolo e dal 1954 nel quartiere di Monteverde (via Fonteiana 86 e via Carini 45), dove strinse amicizia con la famiglia Bertolucci, e dal 1963 all'Eur, in via Eufrate 9. In queste settimane di celebrazioni Roma gli dedica anche l'app 'Ppp Visionario' con un programma di appuntamenti, promossi da Roma Capitale, per onorare la memoria, l'eredità e la visione profetica di uno dei grandi artisti del Novecento. Fino a dicembre la rassegna si propone di esplorare l'intera opera - dalla poesia al cinema, dal teatro all'impegno civile e sportivo - seguendo un itinerario legato ai luoghi della visione pasoliniana.
Prima di giungere a Roma nel 1950, lo scrittore trascorse alcuni anni della sua infanzia e tante vacanze estive a Casarsa, il paese della madre. Il Friuli è presente nei suoi ricordi, nel legame con la famiglia e nella lingua: le prime poesie, pubblicate nel 1942 e dedicate a Casarsa, sono proprio in friulano così come il primo dramma teatrale 'I Turchi in Friuli', pubblicato nel 1976 ma scritto nel maggio del 1944. Legò questi luoghi anche al cinema: nella laguna di Grado, infatti, ambientò 'Medea', il film con Maria Callas protagonista, con cui intrattenne una profonda amicizia. A Casarsa della Delizia si possono visitare la casa materna, oggi sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini, che custodisce anche i suoi primi dipinti a china; la chiesetta di Santa Croce, con gli affreschi di Pomponio Amalteo che proprio Pasolini, aiutato dai ragazzi di Casarsa, cominciò a restaurare e dove una lapide ricorda l'incursione dei Turchi nel 1499, che fu d'ispirazione per il dramma teatrale. Non distante, il piccolo borgo di Versuta con la chiesa di sant'Antonio Abate testimonia l'esperienza di Pasolini durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale: qui nacque la 'Academiuta di Lenga furlana', un salotto letterario a cui partecipò per valorizzare la lingua friulana. La piccola frazione di San Giovanni di Casarsa, invece, è legata all'impegno politico del poeta, che qui faceva affiggere i manifesti murali, da lui stesso ispirati.
Tanti i luoghi friulani che lo ispirarono: Sacile dove visse da bambino, dal 1929 al 1932; il borgo medievale di Valvasone, dove insegnò; San Vito al Tagliamento per la formazione artistica e l'impegno civile che immortalò in una parte del romanzo 'Il sogno di una cosa'. La laguna di Grado è un altro luogo importante: introdotto dall'amico pittore Giuseppe Zigaina, Pier Paolo Pasolini la frequentò a lungo, eleggendo a buen retiro un casone sulla Mota Safon, un isolotto vicino a Porto Buso. A causa dei frequenti trasferimenti del padre, la famiglia si spostò spesso, viaggiando da Bologna a Conegliano, da Cremona a Reggio.
L'Emilia-Romagna è tra le regioni più amate da Pasolini: qui, soprattutto a Bologna, trascorse gli anni del liceo e dell'università, fondamentali per la sua formazione artistica e umana. E qui vi ambientò 'Salò o le 120 giornate di Sodoma', ultimo suo film. Pasolini viaggiò moltissimo, spesso accompagnato dagli amici Alberto Moravia ed Elsa Morante; insieme andarono in India e in Marocco, in Giordania e in Israele; con l'amica Maria Callas andò in Cappadocia e in Uganda e Tanzania. Ma fu il sud Italia a ispirarlo, come testimoniano alcune bellissime pagine di 'La lunga strada di sabbia', reportage di un viaggio lungo le coste italiane.
Il Lazio, la Puglia, la Calabria e, soprattutto, la Basilicata: Pasolini scelse località, spesso ancora sconosciute, e le portò nel suo mondo, come Matera che nel film 'Il Vangelo secondo Matteo' si trasforma in Gerusalemme: il capoluogo lucano con i suoi vicoli ciechi, le grotte, gli anfratti e gli scaloni di pietra era lo scenario migliore che si potesse trovare per ambientare la sua opera.
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