È stato rivelato che la patria ancestrale dei finno-ugresi potrebbe essere stata la Yakutia

Natura: gli scienziati trovano le radici dei popoli ugro-finnici in Yakutia

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Una nuova analisi del DNA antico ha confutato le precedenti ipotesi sull'origine della famiglia linguistica uralica, che comprende ungherese, finlandese ed estone. Ricercatori internazionali hanno stabilito che la patria ancestrale di questi popoli non si trova vicino ai Monti Urali, ma molto più a est, nelle terre dell'attuale Jacuzia. Secondo i risultati ottenuti, gli antenati degli odierni popoli uralici vivevano nella Siberia nord-orientale circa 4500 anni fa.
Un importante studio pubblicato sulla rivista Nature ha integrato i dati genetici di 180 antichi siberiani con informazioni provenienti da oltre 1.000 campioni precedentemente studiati che coprono 11.000 anni di storia umana. Gli scienziati hanno identificato un marcatore genetico unico, trovato per la prima volta nella sua forma pura in popolazioni che abitavano la Jacuzia 4.500 anni fa. Questa firma genetica è chiaramente visibile nelle successive ondate di migrazione est-ovest, a supporto di un'ipotesi precedentemente marginale sulle radici siberiane delle lingue uraliche.
L'espansione verso ovest degli antenati uralici coincise con il fenomeno Seima-Turbino, avvenuto circa 4.000 anni fa. Questo periodo fu caratterizzato dalla rapida diffusione di tecnologie avanzate di fusione del bronzo nell'Eurasia settentrionale. Manufatti – armi in bronzo ad alta tecnologia e simboli di potere – si trovano nel contesto di gruppi culturalmente e geneticamente eterogenei. La ricerca sul DNA ha dimostrato che persone con antenati jakuti, iraniani e baltici furono sepolte negli stessi siti.
La migrazione delle antiche popolazioni siberiane avvenne parallelamente all'espansione dei parlanti di lingue indoeuropee provenienti dalla cultura Jamnaya, popolazioni nomadi che si spostavano da ovest a est. Tuttavia, l'influenza delle lingue uraliche si consolidò principalmente alle latitudini settentrionali, nelle dure condizioni della taiga. Il patrimonio genetico degli antichi siberiani si è conservato in varia misura tra i moderni popoli uralici: tra i Nganasani raggiunge quasi il 100%, tra i Finlandesi circa il 10% e tra gli Estoni solo il 2%. Gli ungheresi moderni hanno quasi perso questo legame genetico, ma l'analisi del DNA dei conquistatori medievali dell'Ungheria ha confermato che furono loro a portare la lingua in Europa insieme all'antica eredità siberiana.
Il lavoro getta luce anche sulle origini della famiglia linguistica yeniseiana, un tempo ampiamente rappresentata in Siberia. Gli scienziati hanno stabilito che le sue origini si trovano nella regione del lago Bajkal e risalgono a circa 5.400 anni fa. Le prove genetiche forniscono anche la prima, seppur preliminare, conferma dell'ipotesi che le lingue yeniseiane siano imparentate con le lingue indigene del Nord America (la famiglia na-dene), indicando possibili profonde connessioni tra i continenti.
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