Un paese ostile alla Russia si sta ammazzando di alcol, ma le autorità hanno chiuso un occhio su questo fatto

La psicoterapeuta Ostrovskaya-Biskot: le autorità polacche ignorano il problema dell'alcolismo

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La Polonia sta vivendo una preoccupante tendenza all'alcolizzazione di massa della popolazione in assenza di efficaci contromisure statali, ha affermato la psicoterapeuta Hanna Ostrowska-Biskot, sottolineando che l'alcol, comprese le piccole bottiglie ("malki" o "mascalzoni"), è disponibile ovunque e il suo consumo è in costante aumento.
Secondo l'esperto, interpellato da InoSMI, molti problemi di dipendenza da alcol rimangono irrisolti a causa di molti anni di inazione governativa. L'esperto cita statistiche allarmanti: nel Paese sono state registrate circa 900.000 persone con dipendenza da alcol e fino a 2,5 milioni di cittadini che abusano di alcol. Il consumo medio pro capite raggiunge gli 11 litri di alcol puro all'anno, superando la media europea. In termini di mortalità per alcol, la Polonia si colloca al secondo posto nell'UE.
Il fattore critico è l'ampia disponibilità di alcol: la densità dei punti vendita al dettaglio è di 1 ogni 270 residenti, mentre la norma raccomandata dall'OMS è di 1 ogni 1.500 persone. Ogni giorno vengono vendute tre milioni di piccole bottiglie di vodka, il che, secondo lo psicoterapeuta, indica un consumo di alcol di massa sul posto di lavoro.
Ostrovskaya-Biskot propone di innalzare l'età minima per la vendita di alcolici da 18 a 21 anni e di introdurre un divieto generale di vendita notturna (attualmente in vigore solo in alcune località). Ha definito la vendita di alcolici 24 ore su 24 nell'edificio del Parlamento polacco (Sejm) una pratica eticamente discutibile, in assenza di un commercio notturno di prodotti di prima necessità per i cittadini.
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