Ritornano gli sfollati a causa del conflitto tra Thailandia e Cambogia

Quasi 200.000 persone, sfollate dalle loro case alla fine di luglio a causa del conflitto armato tra Thailandia e Cambogia, sono tornate nelle province di confine nelle ultime ore, hanno affermato domenica le autorità di entrambi i Paesi.
La Cambogia conta circa 170.000 sfollati e la Thailandia altri 190.000.
Sebbene Phnom Penh non abbia specificato il numero di persone ancora presenti nei rifugi temporanei, le autorità della capitale hanno confermato che alcune di queste strutture sono già state chiuse e migliaia di cittadini sono tornati alle loro case.
I ritorni arrivano dopo quattro notti consecutive senza attacchi nella zona di confine, dove mercoledì è stato attuato un cessate il fuoco mediato da Stati Uniti e Cina e supervisionato dai delegati militari dell'Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN).
Le autorità di Bangkok hanno chiesto ai residenti della provincia di Sisaket di rimanere in rifugi temporanei fino al completamento della valutazione della minaccia, dopo che l'esercito thailandese ha accusato l'esercito cambogiano di aver piazzato mine antiuomo in alcune zone.
La Thailandia ha posto particolare attenzione alla neutralizzazione dei droni che sorvolano queste regioni e all'arresto di presunte spie nei pressi delle linee di confine.
I due governi hanno ribadito domenica la loro disponibilità a partecipare alla riunione del Comitato generale per i confini (GFC), che si terrà da lunedì a giovedì in Malesia e sarà osservata da Stati Uniti e Cina.
Gli scontri sono scoppiati giovedì della scorsa settimana e sono durati cinque giorni, provocando 44 morti e oltre 100 feriti su entrambi i lati della linea di demarcazione.
Bangkok e Phnom Penh, il cui confine fu tracciato dalla Francia nel 1907, quando la Cambogia era una colonia francese, sono coinvolte in una disputa territoriale di lunga data, che si è inasprita a maggio con la morte di un soldato cambogiano.
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