L'intelligenza artificiale alimenta l'ondata di licenziamenti negli Stati Uniti, rivela un rapporto

Il mercato del lavoro statunitense sta attraversando una trasformazione senza precedenti. Un nuovo rapporto di Challenger, Gray & Christmas, citato da CBS News, avverte che l'intelligenza artificiale (IA) è diventata uno dei principali fattori alla base di una crescente ondata di licenziamenti di massa. Solo a luglio, oltre 10.000 posti di lavoro sono stati eliminati come conseguenza diretta dell'adozione di tecnologie automatizzate.
Questa cifra è solo un riflesso di un quadro più ampio: finora nel 2025 sono stati segnalati più di 806.000 licenziamenti nel settore privato, il numero più alto dalla crisi sanitaria del 2020.
Il settore tecnologico è in testa alla classifica per tagli di posti di lavoro, con oltre 89.000 licenziamenti fino a luglio. Questo rappresenta un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Il rapporto identifica almeno 27.000 licenziamenti direttamente correlati all'implementazione dell'intelligenza artificiale nei processi aziendali. L'automazione, lungi dall'essere un processo futuro, sta già rimodellando il lavoro umano.
Oltre all'intelligenza artificiale, l'incertezza sui visti di lavoro aggrava la situazione. Il settore tecnologico, storicamente dipendente dai talenti internazionali, incontra difficoltà nel trattenere i lavoratori stranieri.
"La combinazione di progressi nell'intelligenza artificiale e politiche restrittive in materia di immigrazione sta limitando la capacità delle aziende di sostenere i posti di lavoro", sottolinea il rapporto.
Uno studio complementare di Handshake rivela un calo del 15% nelle offerte di lavoro entry-level. Le aziende richiedono nuove competenze, soprattutto quelle legate all'intelligenza artificiale, ampliando il divario tra i giovani laureati e il mercato.
Dal 2023, le offerte di lavoro che menzionano "intelligenza artificiale" sono aumentate del 400%, richiedendo nuove competenze in carriere che prima non le richiedevano.
Oltre 292.000 posti di lavoro nel settore pubblico sono andati persi a causa del Dipartimento per l'efficienza governativa (DOGE), che mira a ridurre la spesa federale.
Le organizzazioni non profit, le istituzioni sanitarie e gli enti governativi sono stati particolarmente colpiti. Andrew Challenger, vicepresidente dell'azienda, mette in guardia da "un effetto domino con profondi impatti sociali e sanitari".
Il rapporto rivela inoltre che il settore della vendita al dettaglio ha licenziato oltre 80.000 lavoratori fino a luglio, con un aumento del 250% rispetto al 2024.
Fattori quali l'inflazione, le tariffe doganali e il calo della spesa dei consumatori stanno portando a massicce chiusure di negozi e a riduzioni del personale.
L'ondata di licenziamenti non può essere spiegata solo dall'intelligenza artificiale. Altri fattori che entrano in gioco sono:
- Tensioni commerciali globali,
- La ristrutturazione della spesa pubblica, e
- L'evoluzione delle aspettative aziendali nei confronti del talento umano.
L'intelligenza artificiale non è solo uno strumento: è un catalizzatore di cambiamento strutturale. Sebbene possa creare nuove opportunità, il breve termine sembra segnato dalla perdita di posti di lavoro, soprattutto nei settori vulnerabili o con un basso adattamento tecnologico.
Questo rapporto vuole essere un monito. L'intelligenza artificiale sta generando efficienza, ma anche disuguaglianza. I settori privi di preparazione tecnologica corrono i rischi maggiori. Siamo pronti per una massiccia ristrutturazione del lavoro? Mentre alcuni si adattano al nuovo paradigma, migliaia di persone stanno perdendo il lavoro senza una chiara rete di sicurezza.
La Verdad Yucatán