Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

I croccanti racconti di Barnes che gironzolano intorno alla grande voragine

I croccanti racconti di Barnes che gironzolano intorno alla grande voragine

Lo scrittore britannico Julian Barnes (foto Epa, via Ansa)

in libreria

Con “Diciassette diverse possibilità di fallire”, edito da Einaudi, lo scrittore britannico torna al campanello del ristorante Kämp di Helsinki, a chiedere di accomodarsi alla tavola limone

Julian Barnes suona sempre due volte. Con questo nuovo, croccantissimo “Diciassette diverse possibilità di fallire” (315 pagg., 20 euro), torna al campanello del ristorante Kämp di Helsinki, a chiedere di accomodarsi alla tavola limone. Ne aveva già raccontato, precisamente nel bellissimo “Niente paura”, pubblicato, come tutte le opere dello scrittore, da Einaudi. Accadeva negli anni Venti, era un tavolo al quale sedeva puntualmente il musicista Jean Sibelius. Come tutti i suoi ospiti, sapeva che l’argomento di conversazione poteva essere solo uno.

Tanatofobici di tutto il mondo, rieccoci: il corpo centrale di questa selezione di racconti divisa in tre (tante sono le raccolte di prosa breve firmate dall’autore) si intitola proprio “The lemonade table”. E i sei racconti relativi, datati 2004 e inediti in Italia, parlano di morte. I racconti di “Diciassette possibilità di fallire” vincono proprio lì, nel cuore al centro del libro, dove si gironzola intorno alla grande, inconoscibile voragine. Non sempre in senso stretto, perché in alcuni di questi, come nel bellissimo “La rinascita”, in cui il protagonista è Turgenev, o meglio, la passione (consumata? inconsumata? Facciamo pure del gossip di livello) che un Turgenev al tramonto provò per l’attrice venticinquenne S., la morte solamente aleggia, serpeggia, si insinua. Ma obbliga la vita a curvare su sé stessa. Parlando dell’amore, un giovane e convintissimo Turgenev, nella commedia “Un mese in campagna”, aveva fatto dire al personaggio di Rakitin: “Ogni amore, felice o infelice che sia, è un autentico disastro se ad esso ci si consacra completamente”. Poi però il tempo passa. E Turgenev, costretto a immergere la faccia nel sale dell’incoerenza, perde la testa. A certificarlo, un carteggio. Non si conoscono le risposte di lei, sono rimaste solo le ardenti lettere di lui. Ardenti fino a un certo punto, osserva Barnes, circumnavigando con puntiglio archeologico i significati nascosti tra le righe – uomo dell’Ottocento, trionfo del non detto. Resta la domanda: che cos’è l’amore, quando si sente l’odore della fine? “E’ suonata la campanella e ciao”, scrive Turgenev all’amata raccontandole la tentazione (abortita) di bloccare il treno su cui lei stava partendo, per rapirla e rapire al tempo ancora qualche ora insieme. E questi frammenti di incompiuto, invece, cosa sono? Attimi di eternità proprio perché non soggiacciono al tempo e al tempo sono stati sottratti? Per ogni scrittore l’immaginazione è una forma della realtà.

Divertentissimo, l’idiosincratico racconto “Vigilanza”, in cui si parla di un patito di musica classica che odia le mummie frequentatrici dei teatri della musica classica. Per loro immagina torture, contrappassi. E prima si concede il lusso di rivolgersi con sarcasmo a quelli con la tosse (andarci per credere: sembra che a ogni concerto si diano convegno tutti i tisici dell’universo per espettorare all’unisono nella manciata di secondi di silenzio prima che l’orchestra cominci), quindi, in un’escalation di violenza, si arriverà a “buttar giù tizi dalle scale”. Ma l’apice della raccolta – che anche nella altre due parti, “Cross channel” e “Pulse”, nasconde ottime sorprese – sono forse “La gabbia della frutta” e “Una pratica di salute”. Nel primo racconto si parla della vecchia coppia dei genitori del narratore e di come, se è vero che le coppie sono sempre un mistero, quella dei propri genitori lo sia ancora di più – l’anziano padre prenderà una decisione clamorosa, ma occhio, non ci si lasci ingannare, perché i protagonisti della storia sono due donne e il tempo, assassino paziente e ghignante. Nel secondo racconto, il vecchio Jacko, ex vigoroso praticante di triplette – “la prima per salutarsi, poi quella vera, la terza di viatico” (sì, stiamo parlando di sesso) –, va in trasferta portando con sé tre preservativi e lasciando a casa la moglie Pamela. “A certe donne passa proprio la voglia”, ci dice. La destinazione è Babs, amante da venticinque anni. “Il pensiero di lei lo aiutava ad andare avanti”. Ma a un certo punto tutto andrà indietro, irrevocabilmente, e la verità su Babs coinciderà con quella su sé stesso. Peccato solo che non esistano verità felici.

Di più su questi argomenti:

ilmanifesto

ilmanifesto

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow