Il caso Meziani, ovvero il simbolo delle tensioni tra avvocati e magistrati

Se si dovesse dare una data ufficiale alla dichiarazione di guerra tra avvocati e magistrati, gli storici conserverebbero senza dubbio quella del 13 novembre 2024. Quel giorno, la Corte d'Assise del Var assolse il marsigliese Kamel Meziani, presentato come il capo della potente rete di narcotrafficanti della città di Oliviers A., che era stato tuttavia condannato a trent'anni di carcere in primo grado. Una svolta spettacolare e una vittoria per i suoi avvocati di lunga data, Raphaël Chiche e Thomas Bidnic, assistiti per l'occasione da Keren Saffar (socia del signor Chiche), e Christian Saint-Palais, punto di riferimento nella procedura penale ed ex presidente dell'Associazione degli avvocati penalisti.
Il colpo è tanto più duro per l'istituzione giudiziaria in quanto Kamel Meziani, tramite i suoi avvocati, aveva presentato nel 2023 una denuncia, con parte civile, contro il giudice Céline Chiusa, vicepresidente incaricato delle indagini, per falsificazione e uso di documenti pubblici falsi, frode, falsa testimonianza e violazione della riservatezza delle indagini. Questo è un segnale, per molti magistrati, che questi avvocati specializzati in criminalità organizzata sono ora pronti a fare qualsiasi cosa per destabilizzare l'istituzione giudiziaria, prendendo di mira i metodi di un giudice.
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