Segnale radio insolito proveniente dallo spazio collegato al satellite statunitense che ha lasciato l'orbita

Un team di radioamatori australiani ha registrato un insolito lampo radio nella gamma di frequenze da 695,5 megahertz a 1031,5 megahertz. Questo segnale breve ma estremamente potente, sorprendente per la sua intensità, ha sollevato molti interrogativi e speculazioni sulla sua origine. E la cosa più sorprendente: la fonte di questo segnale si è rivelata non essere affatto extraterrestre, ma collegata a un satellite della NASA che aveva lasciato l'orbita da tempo, e che si trovava nello spazio da oltre mezzo secolo.
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Inoltre, analizzando il lampo, gli scienziati hanno scoperto che non si trovava nello spazio profondo, ma molto vicino alla Terra: a soli 4.500 chilometri di distanza. Una distanza molto più vicina rispetto alla maggior parte delle sorgenti note di lampi radio veloci (FRB), che in genere hanno origine a milioni di anni luce di distanza, come in una galassia lontana o nella regione delle magnetar attive. In questo caso, la sorgente si è rivelata essere un ripetitore, il satellite Relay 2, lanciato dalla NASA nel 1964 e dismesso nel 1967.
Il satellite Relay 2 è uno dei primi satelliti per comunicazioni progettati per trasmettere informazioni di telemetria e segnali radio. Dopo aver completato la sua missione primaria, è rimasto in orbita, oscillando tra un'altitudine di circa 1.867 e 7.648 chilometri. Per decenni, è stato considerato un oggetto inerte nello spazio, che non rappresentava una minaccia o un interesse per la tecnologia moderna. Tuttavia, come dimostrato dalla ricerca, è ancora in grado di emettere segnali radio rilevabili dagli strumenti moderni.
Un team guidato dall'astronomo Clancy James della Curtin University ha utilizzato una tecnica unica di analisi dei ritardi temporali e di posizionamento per localizzare la sorgente del lampo. Nel loro studio, hanno utilizzato algoritmi basati sull'analisi dei ritardi temporali del segnale ricevuto da diversi punti di osservazione e li hanno confrontati con i dati provenienti dai satelliti in orbita.
Utilizzando i database del NORAD, gli scienziati hanno trovato una corrispondenza esatta con l'identificatore satellitare NORAD 737, confermando che questo satellite, da tempo dismesso, era la fonte della misteriosa esplosione radio.
I lampi radio veloci sono brevi e potentissime esplosioni di onde radio che possono emettere un'energia pari a milioni di soli in millisecondi. La loro origine è ancora un mistero per gli scienziati. Questi segnali sono solitamente associati a galassie lontane, magnetar attive o altri oggetti spaziali esotici situati a milioni di anni luce dalla Terra.
Tuttavia, in questo caso, la sorgente era molto vicina, a soli 4.500 chilometri di distanza. Ciò solleva nuovi interrogativi sulla natura di tali segnali e sulle loro possibili sorgenti. I ricercatori suggeriscono che il lampo potrebbe essere stato causato da una scarica elettrostatica o da un fenomeno di plasma causato dalla collisione con un micrometeoroide o dall'accumulo di un elettrone in un ambiente geomagnetico.
Il rilevamento di un segnale di questo tipo non è solo un fatto scientifico interessante, ma anche un segnale importante per l'intera industria spaziale. Dimostra che anche i satelliti dismessi da tempo possono rimanere fonti attive di segnali radio che possono interferire con le osservazioni astronomiche o creare falsi allarmi su possibili minacce spaziali.
Sottolinea inoltre la necessità di un monitoraggio continuo dei detriti spaziali e dei satelliti attivi, nonché dello sviluppo di tecnologie in grado di distinguere i segnali artificiali da quelli naturali. In futuro, tale ricerca potrebbe contribuire alla creazione di sistemi di allerta precoce per possibili collisioni o anomalie nello spazio.
Il team prevede di continuare a studiare questi segnali e di espandere la propria rete di osservazione per comprendere meglio la natura dei lampi radio veloci e le loro sorgenti. In particolare, intendono utilizzare strumenti e modelli più accurati per determinare l'origine dei segnali, nonché esplorare la possibilità di utilizzarli per tracciare detriti spaziali e vecchi satelliti.
mk.ru