Meno ideologia, più alfabetizzazione

Le scuole devono preparare i giovani al mondo reale. Ciò significa fornire loro strumenti utili e concreti che facciano la differenza nella loro vita quotidiana e nel loro futuro. La proposta del governo per la nuova Strategia Nazionale per l'Educazione alla Cittadinanza e il programma di studi in Cittadinanza e Sviluppo mira in questa direzione: riorientare il corso su temi strutturanti come i diritti umani, il pluralismo e la democrazia, ma anche, infine, rafforzare materie come l'alfabetizzazione finanziaria e l'imprenditorialità.
È un cambiamento positivo perché, per troppo tempo, questa disciplina si è concentrata su dibattiti ideologici che dividono la società e allontanano gli studenti dall'essenziale. Se l'obiettivo è formare cittadini informati e responsabili, preparati per la vita adulta, allora insegnare a creare un bilancio familiare, a capire come funziona il credito o a distinguere tra consumi e investimenti è molto più importante che discutere concetti astratti di identità.
Molti giovani abbandonano la scuola senza sapere come funziona un contratto di lavoro, come evitare il sovraindebitamento o come risparmiare per il futuro. Questo ha conseguenze concrete: li spinge verso decisioni finanziarie poco consapevoli e li spinge a cicli di instabilità economica. Introdurre l'alfabetizzazione finanziaria fin dai primi anni di vita, progressivamente, in un modo appropriato all'età e connesso alla vita quotidiana, è un passo decisivo per cambiare questa situazione.
La cittadinanza attiva non riguarda solo i principi, ma anche le competenze. Comprendere il sistema economico, i diritti dei consumatori e i fondamenti della sostenibilità finanziaria è una competenza fondamentale per ogni cittadino.
Allo stesso tempo, il nuovo programma mantiene temi fondamentali come i diritti umani, la diversità culturale e la democrazia, garantendo una solida educazione civica allineata ai valori costituzionali. Ma lo fa in modo più equilibrato, senza dare un peso sproporzionato a questioni controverse che dividono più che educare.
Questa proposta è, quindi, un segno positivo di maturità politica e di attenzione ai reali bisogni degli studenti. La cittadinanza non dovrebbe essere un palcoscenico per dispute ideologiche; dovrebbe essere uno spazio di apprendimento utile, pluralistico e orientato alla vita.
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