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La Corte Suprema brasiliana ritiene i social network responsabili dei contenuti illegali

La Corte Suprema brasiliana ritiene i social network responsabili dei contenuti illegali

© Lusa

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Mercoledì , sei degli 11 giudici dell'STF hanno votato per ritenere le piattaforme digitali responsabili, costituendo così la maggioranza, mentre solo un giudice ha compreso che la responsabilità ricade esclusivamente sull'utente.

Il processo prosegue oggi, con i restanti quattro giudici che votano. Sebbene ciascuno di loro possa modificare il proprio voto, è probabile che la maggioranza rimanga invariata.

La questione è il processo relativo a due ricorsi che mettono in discussione le norme dell'Internet Civil Rights Framework, in particolare per quanto riguarda la responsabilità civile delle piattaforme digitali per contenuti di terze parti e la possibilità di rimuovere contenuti offensivi senza bisogno di un ordine del tribunale.

Secondo quanto affermato dalla Corte Suprema brasiliana, in uno dei ricorsi Facebook contesta una decisione della Corte di Giustizia di San Paolo che ha ordinato la cancellazione di un profilo falso creato sul social network, sostenendo che, ai sensi dell'articolo 19 dell'Internet Civil Rights Framework, potrebbe essere ritenuta responsabile solo in presenza di uno specifico ordine del tribunale.

L'altro ricorso riguarda Google, che mette in discussione una decisione che la riteneva responsabile per non aver eliminato una community offensiva su Orkut, social network che nel frattempo è stato disattivato.

"La piattaforma sostiene che questo tipo di monitoraggio sarebbe impossibile e costituirebbe una censura preventiva da parte di una società privata", ha indicato l'STF.

I giudici cercano di raggiungere un consenso sulle condizioni di responsabilità, vale a dire sulla rimozione di contenuti illegali di propria iniziativa, senza attendere una richiesta giudiziaria.

Finora i giudici hanno proposto che le notifiche extragiudiziali siano sufficienti per costringere i social network a rimuovere pubblicazioni come quelle che incitano all'odio, ai messaggi antidemocratici, alla disinformazione o all'incitamento al suicidio, ampliando gli obblighi delle piattaforme.

La decisione, che potrebbe obbligare le aziende a essere più attente ai contenuti fraudolenti o criminali e a renderle responsabili della lotta alla disinformazione, ha scatenato un ampio dibattito in Brasile.

Il processo era ripreso il 4 giugno, sei mesi dopo la sospensione di dicembre, quando uno dei giudici aveva chiesto più tempo per analizzare il caso, e dopo le votazioni di tre giudici che si erano espressi contro l'obbligo di una decisione del tribunale di rimuovere i contenuti offensivi.

Questo processo è collegato ai procedimenti della Corte Federale Suprema riguardanti il ​​tentato colpo di stato contro il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva nel gennaio 2023.

Questo perché le autorità brasiliane ritengono che sia stato attraverso i social media che è stata diffusa la disinformazione sul voto elettronico per giustificare il tentativo di colpo di stato.

Leggi anche: Instagram rimuove una piccola "irritazione" dal social network

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