Il futuro del cinema: l'intelligenza artificiale sostituirà Hollywood?

Negli ultimi giorni, Hollywood è tornata al centro dell'attenzione. Ma questa volta non per un film o un red carpet, bensì per un modello di intelligenza artificiale.
Sora 2, il nuovo strumento di OpenAI, crea video realistici a partire dal testo, genera attori digitali e ricrea scene intere senza telecamere, set o attori.
L'agenzia WME, che rappresenta gran parte delle star di Hollywood, ha deciso di bloccarne l'uso. In pratica, ha affermato: "Non vogliamo che i nostri artisti appaiano lì, nemmeno in formato digitale".
E naturalmente la domanda è diventata inevitabile: è questa la fine del cinema?
La risposta breve è no. Il cinema non sta finendo. Ma sta cambiando, e molto più velocemente di quanto pensiamo.
Oggigiorno, gli strumenti di intelligenza artificiale sono già coinvolti in quasi ogni fase dello sviluppo di un film, dalla scrittura di idee e sceneggiature alla progettazione delle scene, alla ricreazione delle voci e al miglioramento della qualità delle immagini.
The Brutalist ha usato l'intelligenza artificiale per far parlare al premio Oscar Adrien Brody una lingua che conosceva a malapena. Emilia Pérez (2024) di Jacques Audiard ha clonato voci per ottenere armonie impossibili. E la cosa più interessante è che tutto questo accade già nelle più grandi produzioni del mondo, non in laboratori o esperimenti.
L'intelligenza artificiale sta trasformando il cinema proprio come un tempo fecero il suono, il colore e gli effetti digitali. Non sta sostituendo la creatività umana, ma piuttosto la amplifica. Permette di ridurre i costi, velocizzare la produzione e apre le porte a un numero maggiore di persone che prima non potevano accedere alle risorse necessarie per un film.
Un regista indipendente può creare scenografie, doppiaggi o comparse digitali con strumenti che fino a poco tempo fa costavano milioni. Questo cambia tutto. Democratizza la produzione e colma il divario tra una produzione ad alto budget e una buona idea.
Il cinema, nella sua essenza, è sempre stato questo: tecnologia e arte al servizio delle emozioni. La differenza oggi è che questa tecnologia può anche "pensare", imparare e creare insieme a noi. Lavoro con molte organizzazioni di diversi settori che stanno adottando l'intelligenza artificiale, e i sentimenti di eccitazione e paura sono altrettanto forti.
Credo che la domanda giusta oggi non sia tanto se l'intelligenza artificiale produrrà film. La domanda è quali nuovi tipi di storie racconteremo con essa. Forse stiamo entrando in un'era di esplosione della creatività umana potenziata dall'intelligenza artificiale.
E se, grazie a questi strumenti, chiunque potesse realizzare il proprio film, allora forse il cinema non sta finendo. Sta ricominciando. Proprio come prima.
Nella serie video di Clarín Audiovisual sull'intelligenza artificiale, abbiamo appena pubblicato un nuovo episodio su questo argomento: come l'intelligenza artificiale sta trasformando il cinema e quali opportunità – e sfide – apre per il futuro della creazione audiovisiva. Potete guardare l'episodio completo sui social media di Clarín.
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