Cammino dei Ribelli: sulle tracce di partigiani e banditi

Ci sono luoghi che resistono ai riflettori, terre di confine che restano fuori dalle rotte del turismo di massa. La Val Borbera è una di queste: una valle incastonata tra Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, all’apparenza ruvida e silenziosa. Ma chi ha il coraggio di rallentare e mettersi in cammino scopre un mondo ricco di bellezza autentica, memorie vive e vite ostinate.
Il Cammino dei Ribelli nasce proprio qui, come gesto di cura verso un territorio che lotta contro lo spopolamento. È un viaggio a piedi che parla di resistenza – quella storica, dei partigiani, e quella quotidiana, di chi continua a vivere e coltivare questi luoghi con passione. Un cammino per chi cerca la meraviglia fuori dai circuiti abituali.
La storia del Cammino dei RibelliIl Cammino dei Ribelli è un itinerario escursionistico lungo circa 130 km, diviso in sette tappe, che attraversa la Val Borbera, una valle poco abitata dell’Appennino settentrionale, nel Basso Piemonte, al confine con Liguria ed Emilia-Romagna.
Il nome richiama le tante forme di ribellione che hanno segnato la storia di questa terra: dalle popolazioni liguri che si opposero ai Romani, ai banditi rurali che rifiutarono il potere dei feudatari, fino ai partigiani che combatterono il nazifascismo. È una valle che ha sempre detto “no” a chi voleva piegarla, e che oggi rivive grazie a chi sceglie di camminarla, abitarla o tornarci a vivere.
Il cammino è nato per valorizzare questo patrimonio storico e umano: camminare qui significa ascoltare una voce antica, ma ancora capace di parlare al presente. È un invito a riscoprire, attraverso il passo lento, il senso profondo di appartenenza a una terra che ha fatto della resistenza uno stile di vita.
Le tappe del Cammino dei Ribelli
Il Cammino dei Ribelli si compone di 7 tappe per un totale di circa 130 km e oltre 4.000 metri di dislivello positivo. Si snoda lungo sentieri CAI, antiche mulattiere e tratti di strade secondarie poco trafficate. Le tappe sono pensate per essere affrontate in 7 giorni, ma il ritmo può essere adattato in base alle proprie esigenze e al proprio passo.
Il cammino è pensato come un grande anello: parte e termina alla stazione ferroviaria di Arquata Scrivia, rendendolo facilmente accessibile anche senza automobile. Di tappa in tappa, si attraversano villaggi di pietra, boschi selvaggi, terre coltivate, paesi abbandonati e luoghi carichi di memoria partigiana.
Tappa 1: da Arquata Scrivia a Persi (13 km, 400 D+, 4h)Il cammino inizia dalla stazione ferroviaria di Arquata Scrivia, facilmente raggiungibile in treno. Dopo aver attraversato il centro storico, si sale verso il piccolo borgo di Castel Ratti, dove si incontra una quercia secolare che domina il paesaggio.
Si prosegue passando per Liveto e Cerreto Ratti, piccoli nuclei rurali, fino a raggiungere Persi, frazione affacciata sul torrente Borbera. In estate è possibile immergere i piedi nelle sue acque limpide: un ristoro perfetto dopo questa prima giornata, breve ma già ricca di bellezza e silenzi.
Tappa 2: da Persi ad Albera Ligure (versione estiva) (15,5 km, 360 D+, 5h)Percorribile da giugno a settembre, questa tappa è tra le più spettacolari del cammino: si svolge in gran parte nel greto del torrente Borbera, tra pozze, massi levigati e canyon naturali.
Dopo la partenza da Persi, si entra subito nelle celebri Strette del Borbera, un tratto di rara bellezza dove l’acqua ha scavato gole profonde nella roccia. Si prosegue verso Pertuso, teatro di una battaglia partigiana cruciale nell’agosto del 1944, e si raggiungono i paesi di Cantalupo e Rocchetta Ligure, con il suo Museo della Resistenza. La tappa termina nei pressi di Albera Ligure, dove è possibile pernottare o fare tappa ristoro.
Tappa 2: da Persi ad Albera Ligure (versione invernale) (18,5 km, 850 D+, 6h)Da ottobre a maggio, il greto del Borbera diventa impraticabile, e questa variante alternativa risale i versanti della valle offrendo grandi panorami.
Si parte da Persi in direzione del borgo medievale di Roncoli, quindi si raggiunge Rivarossa, oggi abbandonato, ma ricco di suggestioni e testimonianze della vita contadina di un tempo. Si prosegue lungo un crinale che affaccia dall’alto sulle Strette, per poi scendere nei pressi di Pertuso, dove il percorso si ricongiunge all’itinerario estivo, evitando però il guado del fiume presso Rocchetta. La tappa termina, come nella versione estiva, ad Albera Ligure.
Tappa 3: da Albera Ligure a Cosola (15 km, 800 D+, 5h)Questa tappa inizia da Albera Ligure e risale gradualmente i versanti boscosi della valle, attraversando un paesaggio sempre più montano. Si toccano i piccoli borghi di Vigo e Centrassi, per poi scendere brevemente verso Casella e proseguire fino a Cabella Ligure, uno dei paesi più grandi del cammino.
Da qui si sale verso la frazione di Teo, conosciuta per essere il luogo d’origine della nonna di Papa Francesco, e si attraversa il borgo di Piuzzo, che offre una vista splendida sulle montagne circostanti. La giornata termina a Cosola, importante snodo dell’alta Val Borbera e ottimo punto di ristoro e pernottamento.
Tappa 4: da Cosola a Fontanachiusa (22 km, 1.000 D+, 7h)Questa è la tappa più lunga e impegnativa dell’intero itinerario, ma anche una delle più varie e suggestive. Si parte da Cosola, si attraversa la frazione di Montaldo di Cosola e si scende verso i paesi di Daglio e Cartasegna, dove è possibile visitare una piccola cantina-museo e un ponte romano ben conservato.
Da qui si continua verso Connio e si entra nel territorio di Carrega Ligure, il comune più alto e meno popolato della provincia di Alessandria. L’arrivo è previsto a Fontanachiusa, o, in alternativa, nella vicina Magioncalda, a seconda della disponibilità di accoglienza. È una tappa ideale per chi ama attraversare borghi remoti, respirare storie antiche e immergersi nella dimensione più autentica della montagna.
Tappa 5: da Fontanachiusa a Dova Superiore (20 km, 900 D+, 6h)Si lascia Fontanachiusa (o Magioncalda) iniziando una tappa immersa nel silenzio dei boschi e nei segni del tempo. Si attraversa il minuscolo borgo di Magioncalda e si raggiunge il suggestivo paese abbandonato di Chiapparo, uno dei luoghi più emblematici dello spopolamento della valle.
Si continua poi verso Vegni, frazione viva e simbolo di ritorno alla terra, per poi scendere verso il Mulino di Agneto, uno dei mulini storici della valle. Da qui si risale al paese di Agneto e, attraverso un tratto panoramico, si raggiunge il valico di San Fermo, da cui si gode una vista ampia sulle valli circostanti. L’ultima parte è una discesa dolce verso Dova Superiore, piccolo borgo incastonato tra prati e boschi.
Tappa 6: da Dova Superiore a Roccaforte Ligure (18 km, 700 D+, 6h)Da Dova Superiore si parte in direzione di Casalbusone, attraversando boschi fitti e zone di pascolo. Il cammino prosegue poi verso Gordena e Canarie, piccoli nuclei rurali dal fascino immutato. Da qui si sale verso il Monte Bossola, che offre una delle visuali più ampie sul crinale appenninico.
Dopo la salita, si scende attraversando le frazioni di Prato, Cavanna e Castellaro, per poi raggiungere il territorio di Mongiardino Ligure, dove si guada un piccolo torrente. L’ultima parte dell’itinerario prevede una breve salita verso Montemanno, da cui si scende infine a Roccaforte Ligure, il paese di arrivo.
Chi preferisce spezzare o variare la tappa può optare per deviazioni notturne verso la zona di Sisola o il Mulino di Serventin, dove sono presenti strutture di accoglienza immerse nella natura.
Cosa sapere prima di partireIl Cammino dei Ribelli attraversa un territorio remoto e poco abitato, in cui la presenza umana è rarefatta e i servizi essenziali non sono sempre a portata di mano. Per questo motivo è importante partire ben preparati, con alcune attenzioni particolari.
- Quando partire: il periodo migliore per percorrere il cammino è tra maggio e luglio, quando il clima è stabile, le giornate lunghe e i sentieri ben percorribili. Da giugno a settembre, è attiva la versione estiva della Tappa 2, che si svolge nel greto del Borbera: un tratto spettacolare ma accessibile solo in condizioni di secca. Fuori da questi mesi è obbligatorio seguire la variante invernale, più lunga e con maggiore dislivello.
- Durata e ritmo: le tappe sono pensate per essere percorse in 7 giorni consecutivi, ma in alcune giornate (come la Tappa 4 da Cosola a Fontanachiusa) può essere utile suddividere il percorso, soprattutto se si cammina con zaini pesanti o in condizioni di caldo.
- Tracciato e orientamento: il cammino si sviluppa su una rete mista di sentieri CAI, mulattiere e strade asfaltate secondarie. In alcuni tratti l’orientamento può essere impegnativo: la segnaletica dedicata (cartelli bianchi con logo nero) è presente ma non ancora uniforme su tutto il percorso. È fondamentale avere con sé le tracce GPS delle tappe, scaricate prima della partenza e funzionanti offline, perché in molti punti non c’è segnale telefonico.
- Punti acqua: ogni borgo attraversato ha almeno una fontana pubblica, ma alcuni tratti (soprattutto tra Chiapparo e San Fermo o tra Bossola e Montemanno) sono lunghi e isolati. In estate è indispensabile partire con almeno 1,5–2 litri d’acqua a persona, da integrare lungo il tragitto.
- Fondi e fondo percorso: il fondo varia da roccia, terra battuta, prati e ghiaia fino a brevi tratti asfaltati. Alcuni passaggi nel greto del fiume (Tappa 2 estiva) possono prevedere camminata su sassi instabili e tratti bagnati. Serve buona stabilità e attenzione al meteo.
Come arrivare al Cammino
Il Cammino dei Ribelli parte e termina ad Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, ed è facilmente raggiungibile sia in treno che in auto.
- In treno: la stazione di Arquata Scrivia si trova lungo le linee Genova–Torino e Genova–Milano, con collegamenti diretti da città come Genova, Alessandria, Milano, Torino e altre località del Nord Italia. All’arrivo si può iniziare a camminare subito, seguendo le indicazioni per la prima tappa.
- In auto: si può arrivare percorrendo l’autostrada A7 Milano–Genova, uscita Vignole–Arquata Scrivia. In paese e nei pressi della stazione sono disponibili parcheggi gratuiti dove lasciare l’auto per tutta la durata del cammino.
- Dall’aeroporto: gli aeroporti più vicini sono Genova Cristoforo Colombo (circa 50 km), Milano Linate (circa 100 km) e Milano Malpensa (circa 130 km). Da ognuno si può raggiungere Arquata in treno, con cambio a Genova, Milano o Alessandria, a seconda della tratta.
Non esiste un regolamento formale per percorrere il Cammino dei Ribelli, né sono necessari permessi specifici per camminare lungo il tracciato. Tuttavia, ci sono alcune indicazioni e strumenti utili per vivere il cammino in modo consapevole e rispettoso:
- Non è richiesto alcun permesso ufficiale per percorrere il Cammino dei Ribelli. Il percorso è libero e accessibile a tutti.
- È disponibile una Credenziale del Ribelle, un documento simbolico che identifica il camminatore. Non è obbligatoria, ma consente di accedere a tariffe scontate presso le strutture convenzionate, raccogliere i timbri delle tappe e contribuire al sostegno del cammino. Può essere ritirata ad Arquata Scrivia o ordinata online.
- Le aree tenda presenti lungo il percorso non sono libere né selvagge: sono spesso collegate a bar, agriturismi o realtà locali. È necessario prenotare o avvisare con anticipo per essere accolti correttamente.
- In alcune tappe si attraversano zone con attività agricole o pastorizie, dove sono presenti cani da guardiania (liberi e protettivi). Si raccomanda prudenza, calma e rispetto: non agitare bastoni o urlare, evitare di avvicinarsi agli animali e seguire eventuali indicazioni locali.
- È importante camminare con rispetto: non accendere fuochi, non campeggiare fuori dalle aree consentite, non abbandonare rifiuti e privilegiare, quando possibile, le strutture locali per mangiare e dormire.
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