Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

«Medio Oriente, l’Ue è immobile»: per D'Alema Usa complici di Israele

«Medio Oriente, l’Ue è immobile»: per D'Alema Usa complici di Israele

Presidente D’Alema, l’ultimo numero della rivista Italianieuropei si intitola «Europa-Stati Uniti, l’Occidente al bivio», temi che si sovrappongono a quelli dell’evento salentino di ieri con Raffaele Fitto e c Antonio Decaro. Il ruolo dell’Ue resta a tratti indecifrabile. A cosa di deve questa indeterminatezza?

«L’Europa si trova a dover fronteggiare uno scenario difficile, dopo la vittoria di Trump. Emergono sempre più diversità negli interessi di fondo rispetto agli Usa. L’Ue non ha interesse al rallentamento del commercio mondiale o alla politica di dazi. Per noi è necessario un orizzonte di cooperazione».

Eppure l’Europa sembra immobile.

«Fatica perché politicamente divisa. Il populismo e il sovranismo la indeboliscono: essendo ideologicamente affini a Trump, hanno meno forza nel difendere i valori europei».

I quadranti più roventi sono al momento due: l’Est Europa e il Medio Oriente e il Sud Pacifico. Che ruolo potrebbe svolgere L’Ue?

«La situazione in Medio Oriente è drammatica, tragica per i palestinesi, nonché carica di enormi rischi per noi, per la nostra sicurezza, e il futuro economico».

Dobbiamo temere altri Bataclan?

«Questa tragedia può alimentare ondate di terrorismo, di cui pagheremo il prezzo noi»..

Le cronache da Gaza cosa descrivono?

«Gli Usa sono complici di Israele, l’Europa anche in sostanza, perché non prende nessuna iniziativa per fermare la guerra. C’è stata solo l’eccezione della fermezza della Spagna. L’Unione mantiene un rapporto con Tel Aviv che non è più sostenibile. Abbiamo un trattato di associazione con Israele, che prevede all’articolo 2 il rispetto dei diritti umani. Ci vuole fantasia per sostenere che il governo di Bibi Netanyahu li rispetta».

Ora il conflitto dalla Striscia e dal Libano si allarga.

«Assistiamo all’aggressione militare all’Iran di queste ore. Non possiamo dimenticare che l’accordo nucleare con l’Iran fu sabotato dagli americani, non dagli ayatollah. L’amministrazione Trump ne uscì con disappunto dell’Ue. Quello che è accaduto dopo è il risultato di una rinuncia ad un accordo».

C’è stato l’attacco feroce di Hamas nel 2023 a cambiare tutto.

«Nessuno discute la legittima reazione al 7 ottobre, ma ora siamo di fronte ad una dichiarata volontà da parte israeliana di cancellare ogni possibilità di uno stato palestinese, nonostante le risoluzioni Onu».

In Medio Oriente, da ministro degli Esteri, diede un contributo alla pacificazione nel 2006 andando anche a Beirut, dove fu immortalato con il deputato di Hezbollah Hussein Haji Hassan.

«Era da poco iniziata una azione militare israeliana in Libano. Demmo vita ad una complessa iniziativa diplomatica: convocammo una conferenza di pace a Roma. Israele si tirò fuori, ma ci fu l’Onu e una ampia partecipazione internazionale. E gli Usa con Condoleezza Rice. Con la Rice facemmo la spola tra Beirut e Gerusalemne, esercitando una pressione sulle parti: si arrivò anche ad una risoluzione 1701 del consiglio di sicurezza dell’Onu che impose il cessate il fuoco e il dispiegamento dell’Unifil, con l’Italia al comando della missione. Allora ci una azione diplomatica. Ora nulla».

Ieri ha preso posizione il ministro Antonio Tajani.

«Sono solo frasi. Non c’è stata alcuna azione politica dell’Ue su Israele. E’ Tel Aviv che si deve fermare. Ammazza 20mila bambini e qualcuno dice: “Non si deve esagerare”? Non si può ripetere che Israele ha diritto a difendersi: ha raso al suolo Gaza, l’area più densamente popolata di bambini nel mondo».

Lei a Beirut…

«Andai a visitare la zona Sud bombardata fino a mezz’ora prima. Camminavo in mezzo alle macerie di un quartiere popolare mentre la gente scavava per trovare i propri cari. Scrissi da lì a David Grossman lo stesso giorno, quando perse il figlio. Gli dissi: “Mi dispiace che siamo arrivati tardi”. Conservo un libro con una sua dedica: mi ringraziava per l’impegno per la pace in MO».

C’è il Piano Mattei. A che punto è questo progetto?

«L’Italia sta prendendo alcune iniziative, ma c’è una debolezza di Roma e dell’Ue verso l’altra parte del Mediterraneo».

A cosa si riferisce?

«Dimentichiamo l’attivismo cinese in Africa, si è chiuso ieri il vertice sino-africano che dà vita ad una imponente cooperazione economica (import senza dazi di prodotti africani a Pechino). Per comprendere quello che avviene nel mondo, anche i Brics hanno lanciato una banca di sviluppo che darà prestiti senza interessi ai paesi africani. Il Sud del mondo sta crescendo in modo prodigioso e non ha più bisogno di noi».

In Europa si discute di riarmo. Arriveremo, come dicono i pacifisti, a investire più in difesa che in welfare o sanità?

«Gli Usa stanno abdicando al ruolo globale svolto nel dopoguerra. Basta ricordare il recente ritiro da Kabul. C’è bisogno di una difesa europea, non di dare il via libera alla corsa al riarmo nazionale, che sarebbe un enorme spreco. Ci vuole una integrazione europea dei sistemi di difesa, ci farebbe utilizzare le risorse in modo razionale, sviluppando delle specializzazioni».

Fermandoci alla Puglia, Raffaele Fitto è vicepresidente esecutivo della Commissione Ue.

«Lo conosco da ragazzo. Non vorrei che mi facesse velo il rapporto con il padre Totò, ho visto i suoi primi passi. Lo considero un uomo politico serio. Mi è dispiaciuto quando nella crisi del Ppe, scelse di andare a destra, non senza qualche sofferenza. A Bruxelles rappresenterà non solo il governo ma gli interessi dell’Italia. Nella diversità politica, abbiamo battagliato, ma conservando un grande rispetto reciproco».

Antonio Decaro è l’astro nascente della sinistra: lo vede meglio a Roma, Bari o Bruxelles?

«È una persona di valore, non è un politico improvvisato. E’ stato un ottimo sindaco e ha dato rilievo nazionale al suo incarico barese. E’ una risorsa importante della regione. Il suo futuro lo decideranno il centrosinistra e i cittadini pugliesi. Ha avuto un consenso popolare meritato: 500 mila voti non sono facile da prendere. Lo dico da specialista (sorride, ndr): io ne raccolsi 838mila alle Europee del 2004…».

La Gazzetta del Mezzogiorno

La Gazzetta del Mezzogiorno

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow