Elezioni e social media: analisi del redattore multimediale di Second Alert

Al Congresso imprenditoriale di Andi, il responsabile nazionale del registro, Hernán Penagos, ha lanciato un nuovo avvertimento: attenzione all'impatto dei social media e della disinformazione sulle prossime elezioni.
Non è la prima volta che il Cancelliere mette in guardia dai pericoli di queste "armi potenti" nel contesto elettorale. Per Penagos, non sono la situazione della sicurezza nelle regioni o le difficoltà logistiche a preoccuparlo. Per lui, la disinformazione e le fake news sono la principale minaccia per le elezioni del prossimo anno.
I social media, che sono la principale fonte di informazione in Colombia, saranno usati come la peggiore arma per manipolare le opinioni e diffondere fake news, e a nessuno sembra più importare. Mentre il CNE, il CRC e il SIC continueranno a puntare gli occhi sui soliti vecchi canali: radio, stampa, TV, cartelloni pubblicitari ed eventi, eccessivamente regolamentati da vecchie regole, su Facebook, Instagram, TikTok, WhatsApp, ecc., oceani di denaro scorreranno per manipolazioni, inganni, fake news e campagne diffamatorie che mettono in risalto "attivismo", "creatori di contenuti" e "libertà di espressione", il che, come ha affermato il Cancelliere, potrebbe sfociare in tragedie e gravi attacchi alla democrazia e al sistema elettorale.

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Penagos ha ricordato ad Andi il caso Gamarra del 2023, quando, a causa di false notizie sui social media e su WhatsApp, un gruppo inferocito diede fuoco all'ufficio del registro comunale, uccidendo un funzionario e lasciando sei persone con ferite gravi che dureranno per sempre.
Secondo il responsabile dell'ufficio stampa dell'evento, il 60% delle notizie che circolano sui social media contiene informazioni false. Chi interviene? Chi le regolamenta, le indaga e le sanziona, come fa con i media?
La disparità di questa situazione è evidente. Mentre le autorità vigilanti lavorano con vecchie regole, gli esperti in danneggiamento e manipolazione politica sanno perfettamente come usare e fare leva su Facebook, X, Instagram, ecc., per attaccare il Registro e le sue piattaforme, per creare una presunta frode con dati fuorvianti. Il rischio è reale: possono sperperare e distruggere le istituzioni democratiche colombiane, e nessuno sembra comprenderne la gravità.
La questione è estremamente urgente: la Commissione per la regolamentazione delle comunicazioni, la Missione di osservazione elettorale e lo stesso Registro hanno cercato vie e spazi di discussione. Ma non basta. Finché non saranno attivati gli strumenti e le politiche pubbliche che prevedono sanzioni, restrizioni e responsabilità per i partiti politici e i giganti digitali, continueremo ad affrontare questa minaccia latente. Distruggeranno la nostra democrazia. Secondo allarme.
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