Quanto è bella (e folle) l'ostilità tra Morante e Roca Rey!

La realtà ha dimostrato che quanto accaduto alla fiera di Santander non è stata l'invenzione di qualche giornalista senza cuore, bensì la conferma che, in effetti, il rapporto tra Morante de la Puebla e Roca Rey non è così politicamente corretto come impongono i moderni standard di convivenza.
Per questo motivo, quando è stato chiesto a Roca se ritenesse una buona idea che Morante sostituisse Cayetano nella partita del 26 luglio, il torero peruviano ha preferito una scusa che suonava come sinonimo di rifiuto.
I due si sono incontrati di nuovo sabato scorso nell'arena di El Puerto de Santa María e tra loro è scoppiata una rissa per un passaggio effettuato da Roca su un toro di Morante che il sivigliano ha capito non essere corretto (a dimostrazione del clima teso) e il più giovane ha risposto con quella frase ormai famosa: "Maestro, fuma un sigaro lentamente".
Lo stesso Morante ha poi ammesso a questo giornale che Roca gli aveva detto che avrebbero dovuto parlare, ma che non ce n'era stata l'occasione durante la celebrazione, e che i due si erano stretti la mano prima di essere portati a spalla in segno di buona volontà. "Ma non ci siamo ancora parlati", ha sottolineato il sivigliano.
È chiaro che la questione è di poco conto e non dovrebbe andare oltre un fastidio momentaneo, ma sembra certo che la rivalità, la competizione, il duello o la sfida (come volete chiamarli) esistano, e questa è una notizia meravigliosa per la corrida.
Nemmeno nei loro sogni più sfrenati gli attivisti anti-corrida avrebbero potuto immaginare che nel 2025 la corrida avrebbe goduto della salute rigogliosa di cui gode oggi, con code alla biglietteria per l'attrazione di due leader indiscussi che, peraltro, offrono ampio motivo di conversazione davanti al caffè mattutino.
E questo potrebbe essere il problema: ci sono due galli nello stesso pollaio, motivo più che sufficiente perché uno dei due si arrabbi per dettagli apparentemente banali.
La rivalità ha senso solo quando i contendenti sono simili per condizioni e abilità, ma non è questo il caso.
Ma la rivalità ha senso solo quando i contendenti sono simili per condizione e abilità, ma non è questo il caso. Morante e Roca sono simili solo perché indossano entrambi abiti da corrida, ma entrambi offrono stili di corrida diversi e distinti.
Roca è un leader, riempie le arene e gode dell'entusiastico sostegno del pubblico. È un torero coraggioso, dotato di un coraggio ammirevole e di una dedizione sconfinata; prodigioso, spettacolare, travolgente, rischia la vita ogni sera e trionfa con tutti gli onori. Una figura della corrida odierna, dalle scarpe alla montera.
Morante è un genio, una persona nata per ispirare sogni di bellezza; un rivoluzionario, un artista completo, pura emozione, coraggioso, dotato di una tecnica prodigiosa e di una folgorante capacità di ispirazione.
La rivalità tra i due è di per sé priva di significato.
Ma, naturalmente, Roca Rey regnava da solo in cima alla classifica, senza nessuno che potesse sfidarlo, finché le muse del sivigliano non si risvegliarono e lui capovolse la corrida.
L'opera di Morante è affascinante, accattivante e seducente, così avvincente che costringe i suoi seguaci a sottovalutare inconsciamente tutto il resto.
Ma "tutto il resto" ha la sua importanza nella corrida. Certo che sì. La genialità di Belmonte e Joselito non ha oscurato la grandezza di altre grandi figure. Allo stesso modo, la brillantezza abbagliante di Morante non oscura l'innegabile grandezza di Roca e degli altri eroici compagni. Semplicemente non reggono il confronto.

Forse è per questo che se Roca o qualcuno a lui vicino ha pensato di sfidare Morante, si sbaglia, perché sale sul ring con la sconfitta stampata sul volto.
Morante gode del fervore popolare che emana dagli dei mondani e chiunque osi ordinargli di "fumare un sigaro lentamente" è perduto.
E Roca Rey lo è oggi, per il suo rifiuto a Santander e per quella dichiarazione altezzosa e arrogante di El Puerto. Forse Morante si sbagliava (sembra che il Regolamento Taurino Andaluso rivisto consenta al peruviano di schivare il toro), ma non è saggio sfidare pubblicamente un genio.
Comunque sia (si spera che quella stretta di mano nell'arena ponga fine a un malinteso), è una buona notizia che due leader siano al centro dell'attenzione e delle opinioni di tifosi e spettatori; un chiaro segno del momento di entusiasmo che sta vivendo la corrida.
EL PAÍS