Il governo vuole una giustizia più rapida e digitalizzata

Il Programma di Governo conta 13 pagine con circa 60 misure per ambiti diversi come “la trasparenza e la lotta alla corruzione”, la “velocità procedurale” nella giurisdizione penale e amministrativo-fiscale, la “trasformazione digitale della Giustizia” o “l’organizzazione giudiziaria”.
Di queste 60 misure, le più notevoli sono quelle che il Governo vuole presentare all'Assemblea della Repubblica per raggiungere obiettivi come la "riduzione sostanziale della durata effettiva dei procedimenti giudiziari", l'impegno per una maggiore specializzazione dei giudici nella lotta contro la criminalità economico-finanziaria e la violenza domestica, la riforma della giurisdizione amministrativo-fiscale affinché il Paese abbia "una giustizia economica rapida e favorevole alla competitività e allo sviluppo" e la regolamentazione del lobbying (registrazione degli interessi legittimi).
L'Observer riassume le principali misure per ogni area.
Penale. Scadenze per la Procura, più poteri per i giudici, “ripensamento” delle indagini e modifiche al sistema di appelloLa riforma penale, già parte del programma del precedente governo, è una delle maggiori aspettative per questo esecutivo del Montenegro 2.0. Il governo AD intende concentrarsi sull'aumento dell'efficienza del processo penale, sul rafforzamento dei poteri di gestione procedurale del giudice, sulla modifica del sistema di appello e sulla riconsiderazione della fase procedurale dell'indagine penale.
L'uso del verbo "reequacionar" (riequilibrare) nel testo del programma del Governo solleva una domanda essenziale: l'Esecutivo vuole porre fine alla fase istruttoria (che richiederebbe una revisione di costituzionalità) o vuole limitare questa fase procedurale a una mera fase di valutazione giuridica (con l'eccezione della produzione di prove)? Finora, quest'ultima ipotesi era quella sul tavolo.
Nella fase di indagine o di istruttoria, il Programma di Governo fa ancora riferimento a misure astratte, senza menzionare proposte concrete:
- “Garantire un maggiore filtraggio dei reclami”
- “Maggiore specializzazione dei tribunali” e dei magistrati
- “Creazione di strumenti per mitigare i mega-processi”
- “Espansione dell’applicazione dei meccanismi di “ricompensa”
- “Rivedere le scadenze procedurali, al fine di garantirne l’effettiva applicazione e l’adeguatezza e contribuire a rendere i processi più rapidi”.
Quest'ultima misura (unita a misure volte a mitigare i mega-processi) potrebbe comportare l'applicazione di termini vincolanti per la Procura della Repubblica – una misura sostenuta dal Partito Socialista – e l'estensione dell'applicazione dei meccanismi premiali potrebbe portare a proposte concrete di patteggiamento (nella fase delle indagini) e di giustizia negoziata (nella fase del processo). La Strategia Nazionale Anti-Corruzione del Governo di António Costa conteneva misure simili, che sono finite per essere bocciate in Parlamento.
I dubbi maggiori riguardano le misure volte a consentire "un maggiore filtraggio dei reclami" e "una maggiore specializzazione dei tribunali". Le misure relative a questi due punti non sono chiare.
Si attendono inoltre misure concrete per processi più rapidi per “reati violenti o particolarmente gravi, in particolare nei casi di arresto in flagranza”.
Quel che è certo è che verrà formato un gruppo di lavoro composto da esperti provenienti dal mondo accademico, dalla magistratura e dall'ordine degli avvocati, per studiare le soluzioni migliori.
Contrastare la corruzione. Implementare un'ampia confisca dei beni e regolamentare il lobbying.Il testo del Programma del XXV Governo Costituzionale ricorda che “più della metà” delle 32 misure dell’Agenda anticorruzione approvate nel giugno 2024 sono già “state attuate o sono in fase di attuazione”.
Tra le misure in fase di attuazione, spicca il registro degli interessi legittimi (lobbying), già discusso più volte in seno all'Assemblea della Repubblica, senza tuttavia concludere l'iter legislativo. Lo stesso si può dire dell'impronta legislativa del Governo, che consiste nella "registrazione delle interazioni con enti esterni e delle consultazioni svolte durante l'intero processo legislativo, nonché nell'accessibilità di tali informazioni".
Oltre a voler attuare questo processo, il nuovo governo di Luís Montenegro intende attuare la cosiddetta legge sulla confisca estesa dei beni. Come riportato da Observador ad aprile, a campagna pre-elettorale già iniziata, il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge ed è stata avviata una consultazione pubblica (che ora deve concludersi). Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che i beni possano essere confiscati anche in caso di decesso, malattia e anche se il procedimento penale è estinto.
Allo stesso tempo, la Ministra Rita Alarcão Júdice intende rivedere le norme che disciplinano il sistema nazionale di recupero dei beni e creare una "Piattaforma per il recupero e la gestione dei beni della giustizia". L'Observador è a conoscenza del fatto che il Governo intende apportare una profonda modifica alle attuali modalità di funzionamento dell'Ufficio per il recupero dei beni (sotto la supervisione della Polizia Giudiziaria) e dell'Ufficio per l'amministrazione dei beni (sotto la supervisione dell'Istituto per le infrastrutture e la gestione finanziaria della giustizia).
Semplificare e snellire la giustizia amministrativo-fiscale per renderla più “economicamente favorevole”La riforma del sistema di giustizia amministrativo-fiscale, la giurisdizione che presenta i tempi medi di risoluzione più bassi rispetto agli altri Paesi dell'Unione Europea, è un obiettivo chiaro del Primo Ministro Luís Montenegro.
Tutto questo per promuovere “una giustizia economica rapida e amica della competitività e dello sviluppo”: un obiettivo ambizioso per la giurisdizione che si occupa dei conflitti legali tra famiglie e imprese, da un lato, e l’amministrazione e l’Amministrazione finanziaria, dall’altro.
Pertanto, il Governo intende “attuare, in via prioritaria, misure specifiche in risposta all’attuale congestione del secondo grado della giurisdizione amministrativa e tributaria” e vuole predisporre “modifiche legislative volte a semplificare e snellire il procedimento di primo grado”.
Si prevede che la ministra Rita Alarcão Júdice nomini un gruppo di lavoro per mettere a punto una proposta concreta di riforma della giurisdizione amministrativo-fiscale.
Digitalizzare tutti i tribunali ed eliminare la carta negli uffici del registroLa "trasformazione digitale della giustizia" inclusa nel programma del Governo è ambiziosa e mira a proseguire il trattamento elettronico dei procedimenti penali, esteso alla fase istruttoria dal precedente Esecutivo . È vero che non è esente da ostacoli dovuti ai diversi sistemi informatici utilizzati dagli organi di polizia giudiziaria, dalla Procura della Repubblica e dai tribunali, che spesso rendono impossibile la comunicazione tra i diversi sistemi.
Per questo motivo, il Governo vuole iniziare a sviluppare una “Strategia digitale per la giustizia, dotandola di un nuovo modello di governance delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione che promuova l’interoperabilità e la sicurezza dei sistemi e che consenta di rispondere meglio alle sfide tecnologiche della giustizia”.
L'obiettivo è chiaro: "approfondire la digitalizzazione di tutti i processi in tutti i tribunali, compresa la Corte costituzionale, e continuare a migliorare le piattaforme per la presentazione e la gestione dei processi". Il tutto per promuovere "velocità procedurale e risparmio di risorse".
In ambito archivistico, l’Esecutivo vuole fortemente “promuovere l’eliminazione della carta e degli archivi cartacei”.
Infine, spicca un'ultima modifica legislativa nell'ambito dell'organizzazione giudiziaria: "l'eliminazione dell'attuale meccanismo di monitoraggio in presenza" — una misura richiesta dai magistrati giudiziari e dalla Procura della Repubblica.
Si tratta di una misura controversa, approvata durante il governo di António Costa per rispondere alla corruzione nell'estrazione dei giudici, scoperta presso la Corte d'Appello di Lisbona. All'epoca, il PS di António Costa e il PSD di Rui Rio concordarono in Parlamento di istituire un'estrazione elettronica giornaliera, alla quale avrebbero dovuto partecipare un giudice, un pubblico ministero e gli avvocati interessati. Il fatto che un compito così burocratico richiedesse la presenza di magistrati ha creato ostacoli nella gestione dell'orario di lavoro, che sono stati duramente criticati da entrambi i magistrati.
Il Governo vuole approfondire “l’automazione e la casualità” dell’estrazione telematica (ma senza la presenza obbligatoria dei magistrati) e recuperare la “figura del giudice di turno” per sovrintendere alle operazioni necessarie a garantire il rispetto del giudice naturale del processo.
observador