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Uno studio dimostra che nel 2023 la siccità estrema e l'acqua calda hanno decimato i delfini di fiume in Amazzonia.

Uno studio dimostra che nel 2023 la siccità estrema e l'acqua calda hanno decimato i delfini di fiume in Amazzonia.

Quando decine di carcasse di delfini hanno cominciato ad apparire sulle rive del lago Tefé, nell'Amazzonia brasiliana, l'idrologo brasiliano Ayan Fleischmann è andato a indagare.

Un'improvvisa siccità e un'ondata di caldo estremo, iniziata nel settembre 2023, avevano trasformato il lago in una pentola bollente, con acque che raggiungevano i 41ºC, una temperatura simile a quella di una vasca idromassaggio.

I loro risultati, pubblicati questo giovedì (6) sulla rivista Science, evidenziano gli effetti del cambiamento climatico sulle regioni tropicali e sugli ecosistemi acquatici, alla vigilia della 30a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP30) che si terrà a Belém dal 10 al 21 novembre.

"Non era nemmeno possibile mettere un dito nell'acqua", ha riferito Ayan Fleischmann, dell'Istituto Mamirauá per lo sviluppo sostenibile in Amazzonia.

"È un problema di cui non si parla", ha osservato il ricercatore, aggiungendo che i laghi tropicali, essenziali per la sicurezza alimentare e il sostentamento delle comunità locali, sono stati studiati molto meno di quelli in Europa e Nord America.

Secondo gli esperti, il cambiamento climatico ha contribuito in modo significativo alla siccità che ha devastato l'Amazzonia nel 2023, una regione la cui popolazione dipende dalla sua rete di vie d'acqua per i trasporti e per soddisfare i propri bisogni primari.

Gli oltre 200 delfini morti registrati in meno di due mesi rappresentano solo la punta dell'iceberg di una crisi ecologica più ampia, poiché anche i pesci stavano morendo in massa, anche se le cifre esatte sono sconosciute.

L'osservazione più sorprendente fatta dal team di Fleischmann è avvenuta nel lago Tefé: la sua superficie si è ridotta del 75% e sono state osservate temperature estreme dell'acqua non solo in superficie, ma anche fino a due metri di profondità.

Alla COP30 il ricercatore intende sostenere che si dovrebbe prestare maggiore attenzione ai laghi amazzonici e alle soluzioni che coinvolgono le comunità locali, in particolare le popolazioni indigene.

ia/aem/ube/dg/cr/mvv/am

IstoÉ

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