Il G7 esenta le multinazionali americane dall'imposta minima globale

Sabato gli stati membri del G7 hanno annunciato la loro intenzione di esentare le multinazionali americane dall'imposta minima globale, sostenendo che sono già soggette a tassazione negli Stati Uniti.
L'accordo è stato raggiunto grazie alle "recenti modifiche proposte al regime fiscale internazionale degli Stati Uniti" nel mega-disegno di legge di bilancio del presidente Donald Trump, ancora in discussione al Senato degli Stati Uniti, ha affermato il G7 in una dichiarazione di sabato.
Invece dell'imposta minima, le multinazionali americane sarebbero soggette a un "sistema giustapposto", si legge nel documento, citato dall'agenzia di stampa francese AFP.
Ciò “faciliterà ulteriori progressi verso la stabilizzazione del sistema fiscale internazionale” e “la preservazione della sovranità fiscale di tutti i Paesi”, aggiunge il G7.
Nel 2021, quasi 140 Paesi hanno concluso un accordo sulla tassazione delle multinazionali, negoziato sotto l'egida dell'OCSE.
Questo accordo, criticato da Donald Trump, comprende due “pilastri”, il secondo dei quali stabilisce una quota globale minima del 15%.
La decisione se esentare o meno le aziende americane dal pagamento di questa imposta spetterà all'OCSE.
"Ci auguriamo di raggiungere rapidamente una soluzione accettabile e attuabile da tutti", sottolinea il G7 nella dichiarazione.
Il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent ha assicurato giovedì scorso che un accordo del genere, "che difende gli interessi americani", sarà concluso tra i paesi del G7.
Scott Bessent ha anche invitato i legislatori statunitensi a rimuovere una misura dal "grande e bellissimo disegno di legge" di Donald Trump che consentirebbe al governo di imporre tasse alle aziende i cui proprietari non sono americani, nonché agli investitori provenienti da Paesi che impongono tasse ritenute ingiuste alle aziende americane.
Questa clausola, vista come una misura di ritorsione, ha suscitato molte preoccupazioni: in molti ritenevano che avrebbe scoraggiato le aziende straniere dall'investire negli Stati Uniti.
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