Nell’Oman canyon e verde come non ti aspetti. Per una fuga al fresco in agosto. Persino nel Golfo

Avvolta nella nebbia delle verdeggianti montagne dell'Oman meridionale, una gigantesca voragine scava un varco nel paesaggio: dalle sue profondità fuoriescono suoni misteriosi che hanno alimentato miti e leggende tra le tribù locali. Questa imponente frana è una delle quattro voragini che perforano il governatorato del Dhofar, tra cui Kahf Teiq, profonda 211 metri e larga 150 metri, considerata una delle più grandi al mondo.
Nella voragine di Tawi Atair, i turisti passeggiano allegramente lungo sentieri e scale in cemento. Ma non tutte queste cavità sono così accoglienti. Situata a 40 minuti di auto dalle montagne, la voragine di Sheeheet è circondata da fango scivoloso, il che ha spinto le autorità a erigere una recinzione e installare cartelli di avvertimento. Non è infrequente vedersi davanti agli occhi qualcuno che scivola a pochi passi dal bordo,del Dhofar, Marwan bin Turki Al-Said, ha assicurato all’Agenzia France Presse che ha visitato l’area che la sicurezza in questi siti rimane una priorità.

Tawi Atair significa "pozzo degli uccelli" nella lingua locale degli abitanti del Dhofar, un riferimento al cinguettio amplificato e distorto dall'eco delle pareti rocciose. Secondo gli abitanti del posto, un'ampia varietà di fauna selvatica ha preso dimora in questa dolina, dove l'acqua scorre in profondità: uccelli e rettili convivono con istrici e babbuini.
Il sito ha guadagnato popolarità internazionale dopo il 1997, quando un team di ricercatori sloveni, in collaborazione con l'Università Sultan Qaboos in Oman, lo ha portato all'attenzione internazionale. Queste doline sono ora promosse come attrazione turistica nel Dhofar, il cui clima mite attrae visitatori dal Golfo durante le estati torride.

Le leggende locali narrano che siano il risultato di impatti di meteoriti, provenienti dallo spazio e che si dice abbiano scavato questi colossali crateri. Ma per Ali Faraj Al-Kathiri, un geologo che vive nel Dhofar, la spiegazione è più concreta: l'acqua che si infiltra nel calcare poroso forma un acido che lo dissolve lentamente, scavando queste cavità nel corso di migliaia di anni.
Le doline dell'Oman non vanno confuse con il "Pozzo dell'Inferno": il pozzo nero e maleodorante di Barhout, situato oltre confine, nello Yemen, e ritenuto dimora di demoni. Da tempo fuori dai sentieri battuti, l'Oman sta ora attraendo un pubblico sempre più numeroso in cerca di natura incontaminata e autenticità. Il paese del Golfo ha accolto quasi 4 milioni di turisti nel 2024, il governo locale conta di triplicare la cifra da qui al 2040.

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