Villa San Michele celebra la Marchesa Casati: ad Anacapri la prima mostra permanente dedicata all’icona degli anni ’20

Giovedì 21 agosto alle 19 si inaugura a Villa San Michele, la prima mostra permanente dedicata a Luisa Casati Stampa dal titolo “Marchesa Casati Installation”, a cura degli artisti e scenografi svedesi Nils Harning e Anna Bergman Jurell. All’interno dell’esposizione, un’installazione video realizzata da Stefano Gargiulo, Kaos Produzione: una proiezione che, grazie alla performance dell’artista Sara Lupoli, ricrea la figura di Luisa Casati, ripercorrendone la magnifica esistenza.
La mostra celebra il ritorno simbolico della Marchesa a Villa San Michele, sua residenza durante gli anni Venti del Novecento. Come scrisse lei stessa in una lettera del 1929 al suo amante Gabriele D’Annunzio, conservata al Vittoriale: “affitto Villa San Michele da Axel Munthe per circa 10 anni”. La Marchesa Luisa Casati Stampa morì in povertà a Londra, dopo aver sperperato la sua immensa fortuna in arte, moda, feste e proprietà. Di suo non è rimasto praticamente nulla e la sfida della fondazione svedese è raccontare un personaggio così iconico senza avere suoi artefatti. Un solo oggetto autentico è rimasto: la sua scrivania, conservata a Villa San Michele per oltre 100 anni.
Per questo motivo il titolo della mostra vuol sottolineare la volontà di ricreare una presenza significativa della Casati in un luogo che é stato, per una decade, casa sua. Non a caso, Villa San Michele diventa l’unico museo al mondo ad avere uno spazio permanente che racconta e raccoglie testimonianze della sua vita.
Come sottolinea Kristina Kappelin, soprintendente della casa museo: “Luisa Casati Stampa fa parte di un mondo femminile dell’inizio del Novecento che merita attenzione e riflessione. Oggi sarebbe probabilmente considerata una performance artist, come Marina Abramović; all’epoca, però, non veniva riconosciuta per le sue capacità creative. È giusto dedicarle una mostra, sia perché Villa San Michele è stata una delle sue dimore, sia perché, puntando i riflettori su di lei, si illumina anche un periodo della storia di Capri in cui l’isola era una calamita per artisti di ogni genere e nazionalità, che qui vivevano in piena libertà – creativa e personale – arricchendo la vita culturale di Capri.”
Nel nuovo spazio espositivo – l’Olivetum – sarà possibile ammirare le immagini, stampate su vetro, di celebri ritratti della Marchesa realizzati da artisti che l’hanno immortalata negli anni come Giovanni Boldini, Kees van Dongen e Augustus John. Così come di alcune sue foto storiche, tra cui la più famosa è rappresentata dallo scatto di Man Ray.
Saranno, inoltre, esposte nove bambole/manichini in ceramica, ispirate alla Marchesa Casati in alcuni dei suoi abiti più iconici, indossati durante le sue numerose feste in maschera. In particolare: The Fountain Dress (il vestito a fontana) e The Queen of the Night Dress (la signora della notte). Nell’installazione sono presenti anche facsimili dei telegrammi e delle lettere tra la Marchesa e Gabriele D’Annunzio, i cui originali sono custoditi al Vittoriale degli Italiani. Di particolare interesse per Villa San Michele è la lettera in cui Luisa supplica D’Annunzio di aiutarla a continuare ad affittare la Villa: “Devi immaginarti la bellezza, il silenzio, il fascino di questa dimora.”
Sarà raccontata la straordinaria vita della Marchesa Casati: da giovane ereditiera – un tempo tra le donne più ricche del mondo – a IT-girl ante litteram, protagonista del jet-set internazionale degli anni Venti, fino a diventare musa visionaria e dark lady iconica. Non verrà tralasciato il suo ruolo fondamentale nel mondo della moda del tempo, né l’influenza che continua ad esercitare ancora oggi su stilisti e creativi contemporanei. Ne sarà prova un video d’archivio della celebre sfilata Dior firmata da John Galliano del 1998, interamente ispirata alla sua figura.
«Voglio essere un’opera d’arte vivente.»
Era questo il motto di Luisa Casati Stampa (1881–1959), l’eccentrica Marchesa che negli anni Venti del novecento affittò Villa San Michele da Axel Munthe.
Nata Luisa Amman, a soli diciotto anni ereditò una straordinaria fortuna proveniente dall’industria del cotone del padre. Sposò il Marchese Camillo Casati Stampa di Soncino e diede alla luce una figlia, Cristina. Tuttavia, la vita domestica non faceva per lei. Luisa sognava invece di entrare a far parte dell’alta società internazionale. Un primo passo in questa direzione fu il celebre ritratto del pittore mondano Giovanni Boldini. Decisivo, poi, fu l’incontro con lo scrittore Gabriele D’Annunzio, che divenne il suo amante per tutta la vita e la incoraggiò a ribellarsi alle convenzioni borghesi.
Affascinata da Venezia e Parigi, Luisa visse in fastosi palazzi, organizzando feste e balli in maschera lasciando a bocca aperta i suoi ospiti con i suoi costumi stravaganti. Fu una delle donne più ritratte della sua epoca e trasformò perfino il proprio corpo in una sorta di tela vivente, diventando una performance artist ante litteram.
Intorno ai quarant’anni approdò a Capri, ancora determinata a stupire. All’epoca l’isola era un rifugio cosmopolita per artisti, scrittori e intellettuali che volevano vivere liberi da ogni vincolo. A Villa San Michele, Luisa portò con sé il suo piccolo zoo tra cui un ghepardo addomesticato e un boa. Rivestì gli ambienti della casa di velluto nero, organizzando sedute spiritiche nelle stanze in penombra e ricevimenti nel giardino. Axel Munthe cercò di sfrattarla più volte, ma fu lei stessa a decidere di andarsene.
Luisa dissipò la sua immensa fortuna, mettendo in scena la propria vita come un’opera senza confini. Morì a Londra, povera ma indomata, senza mai rinunciare alla sua libertà. Sulla sua tomba al Brompton Cemetery sono incise le seguenti parole tratte da Antonio e Cleopatra di Shakespeare: “Age cannot wither her, nor custom change her infinite variety” (L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita).
İl Denaro