Stroncature (scellerate) d’autore: Carlo Boccadoro porta alla Scala lo stupidario della critica

Milano, 23 settembre 2025 – I lavori orchestrali di Carlo Boccadoro sono programmati da importanti istituzioni, come la Scala. Ma domani, alle 18, quel che ci promette nel Ridotto dei Palchi del Piermarini è un grande spasso. Presenterà la sua traduzione per Adelphi di “Invettive musicali“. Non semplici pettegolezzi. Anzi, ferocissimo divertentissimo campionario di recensioni-insulti contro suoi grandi colleghi.
Boccadoro, lei è compositore, direttore d’orchestra, pianista, percussionista. Con Filippo Del Corno e Angelo Miotto ha progettato l’ensemble “Sentieri Selvaggi“ per avvicinare alla musica contemporanea il grande pubblico...
“Non è importante la mia biografia, in questo contesto. Sono semplicemente un musicista che aveva in casa da anni il curioso “Lexicon of Musical Invective“, pubblicato nel 1953 da Nicolas Slonimsky, pietroburghese emigrato negli Usa. E mi chiedevo come mai non fosse tradotto in Italia”.
Da musicologo, si è scatenato a smantellare autori e opere?
“Anch’io ho scritto per decenni su giornali e riviste, ogni tanto lo faccio ancora. Ma non mi pare di aver prodotto invettive del livello di stupidità presente nell’antologia raccolta da Slonimsky”.
Nel campionario non compaiono critici italiani. I materiali sono stati scovati in riviste e quotidiani anglosassoni?
“Il libro, sì, è stato realizzato in America, e i critici italiani per Slonimsky erano del tutto irrilevanti. Comunque, una recensione italiana (una sola!) è presente nel libro...”
“Fiasco! Ma buon Dio, come si possono musicare episodi, scene inconcludenti, che non hanno nessuna finalità lirica?”, scrisse a proposito di “Madama Butterfly“ Giovanni Battista Nappi su La Perseveranza nel febbraio 1904.
“Precisamente: Puccini e Verdi sono gli unici musicisti italiani bersagliati nell’antistoria...”
Il compositore del “Macbeth“ nel 1850 fu definito “un poveretto incapace di scrivere autentiche melodie: le sue arie sono quelle che scriverebbe un uomo sordo dalla nascita calcolando la distanza tra le note e lo spazio vuoto”. Condivide tanta malignità?
“Per niente, anzi ammiro molto Verdi e Puccini. E trovo ugualmente ‘prevenuti, ingiusti, maleducati e singolarmente poco profetici’ i giudizi espressi da critici autorevoli nell’elenco di stroncature, che è in ordine alfabetico: da Bela Béla Bartok ad Anton Webern; il periodo storico va da Beethoven a Copland”.
Citazione da approfondire?
“Non riesco a metterne in risalto una, sono ugualmente sbagliate e significative. E rimando all’Insultario, neologismo di Slonimsky, in coda al libro: da ‘A casaccio’ a ‘Zoo furiosamente scatenato’, sempre in ordine alfabetico. A chi siano associati ‘balbettii di un pazzo’, o ‘ansito di maiale (premiato alla fiera)’, lasciamo ai lettori il piacere di scoprirlo”.
Se permette, citiamo un certo Jihei Hashiguchi, che definì la voce di Caruso “non molto più allettante dell’abbaiare di un cane in un bosco lontano”, ascoltando “Madama Butterfly“ nel 1907. Ma perché usare la penna come spada?
“Sono nostalgici, poco curiosi, poco profetici, prevenuti, incapaci di riconoscere il bello in ciò che è radicalmente nuovo”.
Il Giorno