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Niccolò Fabi, la fatica di scrivere: "Questo disco è il più libero di tutti"

Niccolò Fabi, la fatica di scrivere: "Questo disco è il più libero di tutti"

Canzoni dello chalet. "L’ho registrato in una baita montana perché, quando ho pensato che sarebbe stato importante dare un’ambientazione forte a canzoni che non vivessero solo della loro scrittura, ma anche dell’energia assorbita da un luogo stimolante ed evocativo, mi sono ricordato del Lago dei Caprioli, in Trentino, dov’ero stato in vacanza" racconta Niccolò Fabi a proposito del nuovo album “Libertà negli occhi” davanti alle telecamere di “Soundcheck”, il format musicale disponibile pure sui social e sul sito web del nostro giornale. "Così ci siamo trasferiti lì per dieci giorni davanti alla superfice ghiacciata di quello specchio d’acqua immersa nel silenzio".

Lo scrittore Paolo Cognetti dice che in montagna ciascuno può trovare un paesaggio che gli somiglia e che lo fa stare bene. Qual è il suo? "La montagna ridimensiona il tuo essere facendoti sentire minimo, un po’ come fa il mare. Anche se davanti all’immensità del mare, avendo per limite solo il filo dell’orizzonte, puoi spaesarti un po’, mentre le vette innevate ti confortano, ti proteggono, offrendoti una sensazione che sento molto vicina al mio carattere".

Nell’iniziale “Alba” ammette di sentirsi nella pausa che c’è tra il capire e il cambiare. Perché? "Forse per l’ermetismo di quella frase ripetuta, ‘Alba’ è la mia canzone del disco preferita. Un brano di poche parole e grande intensità, grazie alla presenza di tantissima musica strumentale che mi consente di volare lontano con la fantasia in maniera vivida, fertile. Il tempo ti rende consapevole delle cose, ma, pur capendole, non sempre hai la capacità di produrre un cambiamento. Penso, infatti, che ci sia un contrasto tra la natura e la cultura, se per natura intendiamo quello che sei dalla nascita e per cultura quello che apprendi grazie all’esperienza".

L’album esce domani, giorno del suo cinquantasettesimo compleanno. Nel booklet dice che a quest’età scrivere canzoni è come pretendere di far entrare il mare in un bicchiere. "Ho la netta sensazione che pure la canzone abbia un’età biologica e che gli autori diano il meglio di loro nella fase iniziale del cammino. Andando avanti si vedono le cose in un’altra maniera, più consapevole e, magari più divertita, ma il furore creativo cala. Vero che più vivi e più cose hai da dire, ma penso che la canzone sia la forma di comunicazione perfetta per raccontare la scoperta della prima rabbia, del primo innamoramento, delle prime grandi emozioni. Meno per soffermarsi sulle sfumature dell’età adulta".

Nelle note dice pure che dal 2010 ha iniziato ad alleggerirsi delle aspettative. "È sempre la vita che comanda. E, non parlo di quella artistica, professionale, ma degli eventi importanti che t’indirizzano verso la direzione forse più giusta per te. In concomitanza con un evento molto doloroso della mia vita (l’improvvisa scomparsa della figlioletta Olivia - ndr) ho sentito che il mio fare musica assumeva tutta un’altra importanza. E che alcuni miei potenziali, illusori, bersagli da colpire dovevo benissimo metterli da parte per vivere lo scrivere canzoni in forma di terapia, di guarigione, di libertà e, in qualche modo, di necessaria gioia. E giudico questo disco, forse perché ultimo in ordine di tempo, il più libero di tutti. Che poi sia più o meno bello dei predecessori poco importa".

Tra “Libertà negli occhi” e il predecessore “Tradizione e tradimento” sono passati sei anni. Tanti. "È un po’ la conseguenza del mare nel bicchiere di cui sopra. Faccio dischi da trent’anni e scrivo canzoni da più di quaranta, quindi, penso di aver detto praticamente tutto quello che la sensibilità mi suggerisce; sensazione che rende difficile individuare qualcosa da pubblicare, trovare anche solo una sfumatura non ancora affrontata. Anche perché per me incidere dischi, mettere in circolazione idee e suggestioni destinate a stimolare un poco gli animi delle persone, rappresenta comunque una responsabilità".

Lunedì prossimo (alle 18.30) presenta “Libertà negli occhi” al Base di Milano nell’attesa che in autunno parta il tour teatrale, con tappe pure agli Arcimboldi l’11 e 12 ottobre. Intanto però il 14 giugno è in concerto in Val di Sole, a Vermiglio, Trento, ad una decina di chilometri da dove ha registrato queste nuove canzoni. "Già, quella Vermiglio sulla bocca di tutti grazie al film di Maura Delpero. Sono felice che abbia ricevuto così tanti riconoscimenti, perché è bellissimo. Mi sembrava giusto che queste canzoni risuonassero per la prima volta su un prato di quelle zone, senza un palcoscenico, con le persone sedute, o sdraiate su coperte, guardandosi negli occhi e lasciando che le emozioni circolino in maniera più potente che in altri contesti".

Il Giorno

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