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Gazzelle, il sogno di San Siro: “Non voglio celebrarmi ma regalare tanta poesia”

Gazzelle, il sogno di San Siro: “Non voglio celebrarmi ma regalare tanta poesia”
Flavio Pardini: “Il mio obiettivo? Avere un ricordo da portarmi dietro per sempre. Cerco sempre di sdrammatizzare nelle canzoni, sentimenti che per me sono pesanti”
Gazzelle all’anagrafe Flavio Bruno Pardini 35 anni sul palco circondato dai fan

Gazzelle all’anagrafe Flavio Bruno Pardini 35 anni sul palco circondato dai fan

Milano – La domanda è: ora come se ne esce? E il primo a porsela è con tutta probabilità proprio Gazzelle che, dopo aver osato troppo, domenica al “Meazza” si trova a fare i conti con una situazione di affluenza pubblico simil-Elodie. Leggi un effluvio di biglietti in vendita a prezzi stracciati oppure gratis che minaccia di mettere in discussione una solida carriera costruita con merito palasport su palasport. Sì, perché lui, Flavio Bruno Pardini da Roma, è pur capace di richiamare nella sua città 54 mila gaudenti sotto le stelle del Circo Massimo, come accaduto il 7 giugno scorso, ma a Milano pretendere di riempire gli spalti di Bono e Bruce diventa un azzardo rovinoso, che rischia di fargli fare la fine della formica travolta sulla copertina del suo ultimo album “Indi”.

Un palco da mitomani, anche se non lo sono” ammette l’autore di “Quella te”, “Non sei tu”, “Scintille” con realismo, pronto a trovare sulla scena (nonostante il muro di “forse”, “magari”, “chissà”) la complicità di amici come quel Fulminacci accolto a braccia aperte il 7 giugno pure sul palco dell’evento capitolino. Ma tutto è ancora avvolto in una nebulosa e chissà se, salendo la scaletta del palco del “Meazza”, Flavio non proverà lo stesso brivido di un anno e mezzo fa a Sanremo, quando, sotto le luci dell’Ariston, il primo pensiero fu “ora scappo”.

Tutto con un repertorio da oltre un miliardo di stream, 23 dischi d’oro e 34 dischi di platino. “San Siro è la casa di Vasco e credo che per un suo fedelissimo (come me) non esista in Italia posto migliore in cui suonare” ammette Prandini che, come Clark Kent nella cabina telefonica, diventa Gazzelle solo quando inforca un paio di occhiali da sole. “Su quel palco non voglio autocelebrarmi, quanto piuttosto provare a trasmettere con musica e immagini un po’ di poesia. Pure al ‘Meazza’ è la mia indole timida e introversa a fare da padrona. Le mie sono canzoni sdrammatizzanti, con cui mi piace far diventare leggeri sentimenti che per me sono anche pesanti”. L’obiettivo dell’impresa? “Avere ricordo da portarmi dietro per sempre” assicura. “Siccome nella mia testa c’è l’intenzione di prendermi una pausa dalla musica per potermi concentrare sulla mia vita, cerco pure abbastanza energia per resistere alla tentazione di tornare sui palchi almeno per un po’”.

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