Arte contemporanea: Mrac Occitanie gioca la carta Calle

Le istituzioni culturali sono regolarmente invitate a giocare la carta locale, e quindi hanno l'abitudine di mantenere l'equità, la propria linea editoriale e i molteplici fattori di integrazione che ci si aspetta da loro. La cultura, questo lusso inutile corrotto dal wokismo, avrà almeno il merito di essere un elemento di collegamento turistico-economico agli occhi delle autorità locali.
Ma quest'estate, il Mrac de Sérignan sta realizzando un doppio colpo, in una regione, l'Occitania, che fino a prova contraria continua a sostenere il museo d'arte contemporanea senza eccezioni, ma all'interno di un dipartimento, l'Hérault, che ha tagliato il 100% del suo budget dedicato alla cultura. Al piano superiore, nel suo studio di arti grafiche, dove i successi del museo (tra cui la cabina esplosa di Buren, che ha progettato la facciata del museo nel 2006) si mescolano con recenti acquisizioni, alcune bellissime opere di Anne-Marie Schneider e una deliziosa collezione del poco conosciuto Côme Mosta-Heirt, presenta un progetto di Toma Dutter, disegnatore, scultore e camminatore locale nato a Montpellier nel 1981.
Il resto del museo è dedicato a una piccola ma solida retrospettiva di Sophie Calle, una star dell'arte contemporanea che ha contribuito a raddoppiare le presenze del museo. Ma anche a valorizzare l'arte locale. Perché se Sophie Calle non ha mai beneficiato di mostre nella regione, è comunque originaria di lì e vive lì parte dell'anno. Più precisamente a Cailar, non lontano da Nîmes, dove suo padre, Bob Calle, ha studiato.
Libération