"Non mi vedevo dire che mia madre era una santa": i suoi genitori, la Russia, l'Ucraina, la Georgia... Emmanuel Carrère si spiega su "Kolchoze"

Intervista In "Kolkhoz", l'autore di "Un romanzo russo" e "Limonov", racconta la storia dei suoi antenati russi e georgiani sullo sfondo della guerra in Ucraina, tracciando al contempo un ritratto affettuoso ma intransigente di sua madre, l'accademica Hélène Carrère d'Encausse, scomparsa nel 2023. Illustra questo libro magistrale, che sarà uno degli eventi letterari del nuovo anno scolastico.
Per andare oltre
Il 24 febbraio 2022, Emmanuel Carrère avrebbe dovuto volare a Mosca alle 11 del mattino. Tra due udienze del processo per gli attentati del 13 novembre , che quell'anno stava seguendo per "Le Nouvel Obs", aveva programmato di trascorrere il fine settimana girando l'adattamento di uno dei suoi libri, "Limonov". Il regista Kirill Serebrennikov lo stava aspettando. Tutto era organizzato. Ma lo scrittore non prese il suo aereo. Le armate di Vladimir Putin avevano appena invaso l'Ucraina nelle prime ore del mattino. La storia, con la sua grande ascia insanguinata, era improvvisamente tornata in Europa. Regnava lo shock, si imponeva la prudenza. Nel pomeriggio, tuttavia, una telefonata al giornale: "Buongiorno, sono Emmanuel. Il mio agente mi ha consigliato di rimanere in Francia, ma alla fine prenderò un altro volo. Un grande Paese che precipita in guerra, questa è una storia da raccontare." Il fine settimana a Mosca durò dieci giorni. Carrère lo raccontò in un reportage fantastico , tradotto immediatamente sui maggiori quotidiani europei. E tre anni e mezzo dopo, ne racconta i retroscena in "Kolchoze".
"Kolchoz", diciamo, è un libro magistrale. Quello di un virtuoso narratore all'apice della sua arte, che sa come virare, divagare ed esporre con magnetica naturalezza per conferire alla sua storia il fascino di una sinfonia i cui diversi movimenti si rispondono, si completano e si estendono a vicenda. Non è…

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Le Nouvel Observateur