Le meduse possono farlo, noi no: perché l'immortalità resta un'illusione


I fondatori di aziende tecnologiche stanno investendo miliardi nel sogno dell'immortalità. L'esperto di longevità Nils Behrens spiega perché la biologia limita questo sogno e come è possibile prolungare la vita in salute.
Quando miliardari come Peter Thiel o Sam Altman investono milioni in progetti che presumibilmente fermano l'invecchiamento o addirittura promettono l'immortalità, sembra fantascienza. Sognano ciò che la medusa Turritopsis dohrnii presumibilmente può fare: ringiovanirsi più e più volte. Ma mentre questo permetterebbe alla medusa di vivere indefinitamente da una prospettiva puramente biologica – a patto che non venga mangiata – gli esseri umani sono molto più complessi.
Ci sono stati progressi impressionanti nella ricerca sulla longevità: ora abbiamo una migliore comprensione di come i mitocondri invecchiano, perché i telomeri si restringono e come i processi infiammatori stressano l'organismo. Queste intuizioni stanno portando a misure realistiche, dalla dieta all'esercizio fisico fino alle terapie senolitiche. Ma l'idea di "abolire" semplicemente la morte, come affermò una volta il biogerontologo britannico Aubrey de Grey, manca di qualsiasi fondamento serio.
Nils Behrens è Chief Brand Officer di Sunday Natural, conduttore del podcast "Healthwise" e docente presso la Fresenius University. Fa parte del nostro EXPERTS Circle . I contenuti rappresentano la sua prospettiva personale basata sulla sua competenza specifica.
Negli esperimenti sugli animali, la durata della vita è stata effettivamente prolungata, ad esempio rallentando l'accorciamento dei telomeri. Ma questo rivela l'ambivalenza: prevenire l'accorciamento dei telomeri protegge le cellule sane, ma anche quelle tumorali, che poi crescono in modo incontrollato. Longevità non significa manipolare singoli ingranaggi della biologia, ma piuttosto mantenere l'intero meccanismo in equilibrio.
Idee spettacolari come le trasfusioni di sangue da donatori giovani a riceventi più anziani fanno regolarmente notizia. Si suppone che i topi vivano più a lungo grazie a queste tecniche, ma non ci sono prove concrete di ciò negli esseri umani. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense mette esplicitamente in guardia contro tali esperimenti. Il sogno dei super-ricchi di trasformarsi in una sorta di élite immortale attraverso trucchi biochimici rimane quindi un'illusione rischiosa.
La domanda cruciale è: la longevità riguarda la "vita eterna" o una vita più lunga, più sana, piena di energia e lucidità mentale? La ricerca mostra chiaramente che fattori come l'alimentazione, il sonno, l'esercizio fisico, la resilienza e le relazioni sociali contribuiscono già in modo misurabile a prolungare la durata della salute. Questo è tangibile e realistico, in contrasto con l'idea di vivere per secoli.
L'immortalità sarebbe anche filosoficamente discutibile. L'identità non deriva solo dal DNA o dalle cellule del corpo, ma da pensieri, valori e relazioni. Questi sono in continua evoluzione. La medusa immortale può essere in grado di rinnovare la sua esistenza biologica, ma non ha ricordi né un senso di "sé". Quindi, a cosa serve l'esistenza eterna se la vera individualità non viene preservata?
La medusa Turritopsis dohrnii è un affascinante soggetto di ricerca. Ma non è un modello adatto per la longevità umana. La vera forma di immortalità non risiede nell'attaccamento al proprio corpo, ma nel trasmettere idee, conoscenze ed esperienze. Longevità, nel suo senso migliore, non significa sconfiggere la morte, ma piuttosto plasmare la vita in modo che rimanga il più lunga, sana e significativa possibile.
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